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Ascensore senza certificato di collaudo, malato di sclerosi multipla recluso in casa da 2 anni

Raffaele Calabrese, per gli amici Lello, vive in un appartamento al primo piano di una palazzina a Tortora (Cosenza). Lello ha bisogno di una carrozzina e non riesce più a spostarsi da casa: l’ascensore dello stabile, mai entrato in funzione, è inutilizzabile a causa di un mero cavillo burocratico.
A cura di Francesca Lagatta
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Lello e sua moglie
Lello e sua moglie

"Sono arrabbiato, molto arrabbiato": ha ragione da vendere Raffaele Calabrese, per gli amici Lello, 55 anni, che oramai da tempo combatte a vuoto contro i mulini a vento della burocrazia calabrese. Lello risiede in un appartamento al primo piano di una palazzina popolare alla periferia di Tortora (Cosenza), ma quella casa, tanto attesa e desiderata, d'un tratto è diventata la sua prigione. L'odissea è cominciata nel 2019, quando l'uomo, affetto da sclerosi multipla, ha smesso di camminare sulle sue gambe e da allora ha cominciato a spostarsi su una carrozzina. È stato allora che ha fatto un'amara scoperta. L'ascensore dello stabile, mai entrato in funzione, è inutilizzabile a causa di un mero cavillo burocratico: manca il certificato di collaudo.

La battaglia della moglie Pina

Raffaele non è mai solo in casa. A causa delle sue precarie condizioni di salute, è sempre affiancato dalla moglie, Pina Lotti, con cui ha condiviso quasi tutta la sua vita. E anche oggi che sono nonni, Lello e Pina sono uniti come il primo giorno. Inizialmente Pina ha provato a contattare i vertici calabresi dell'azienda titolare degli alloggi, l'Aterp (Amministrazione Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica), e in un primo momento l'ente si era mostrato disponibile a risolvere il problema in tempi brevi, tanto che diversi tecnici si erano prontamente recati sul posto per effettuare dei sopralluoghi. Proprio questi controlli, però, hanno fatto emergere un nuovo ostacolo. L'impianto, ormai obsoleto, necessita di nuovi interventi di manutenzione e i lavori, come da prassi, devono essere assegnati tramite bando pubblico. Ma la gara per l'aggiudicazione dell'appalto non è ancora stata indetta e le difficoltà, a quanto si apprende, sarebbero di natura economica.

Le promesse mancate e il dramma sfiorato

Il sindaco di Tortora, Antonio Iorio, si è fatto carico della questione e ha provato a chiedere spiegazioni all'ente. L'Aterp, rispondendo al primo cittadino, ha fatto sapere che, grazie a una ritrovata disponibilità economica, sarebbe intervenuta quasi certamente a settembre 2021. Ma anche a settembre non è accaduto nulla. "Non avendo avuto ulteriori risposte concrete – ha dichiarato il sindaco a Fanpage.it – abbiamo mandato una diffida all'Aterp, e per conoscenza alla Prefettura e alla procura della Repubblica. L'ultimo sollecito risale al 5 ottobre scorso". Il primo cittadino insiste: "Bisogna intervenire con urgenza, è una situazione che non si può più accettare". A parte il disagio psicologico, Pina e Lello hanno rischiato già due volte di finire all'ospedale. "Ogni tanto, quando deve sottoporsi alle visite o quando ha bisogno di una boccata d'aria, lo carico sulle spalle e lo porto giù – ha detto la donna – ma le forze cominciano a mancare e ultimamente siamo precipitati per le scale". Pina è finita a faccia in giù facendosi carico di tutto il peso del marito, che non ha più sensibilità alle gambe e non è riuscito a risollevarsi da solo. "Ci è andata bene, ma non possiamo sempre confidare nella buona sorte", ci dice.

Il sogno di un montascale

In questi due lunghissimi anni, Lello e Pina hanno vagliato anche altre soluzioni, una su tutte il montascale, il dispositivo che mediante un impianto meccanico consente agevolmente il trasporto delle persone che non riescono a deambulare. Ma i costi sono esorbitanti. "Viviamo con una pensione di 800 euro al mese – ha affermato Pina – arriviamo a fine mese sempre con il coltello alla gola, non ce lo possiamo permettere". Da quando Lello si è aggravato, sua moglie ha rinunciato a lavorare per stargli accanto e far quadrare i conti è diventata un'impresa. Lello soffre anche di un grave forma di ansia e non può essere lasciato solo. "Non gliel'ho imposto – ha detto Lello – gliel'ho chiesto per favore. Se rimango da solo avverto dentro di me una paura che non riesco a controllare". Uscire, andare a trovare figli e amici o prendere una boccata d'ossigeno non farebbe altro che aiutarlo, mentre Pina potrebbe valutare la possibilità di rientrare a piccoli passi nel mondo del lavoro. Ma il mondo sembra non sentire il loro grido d'aiuto. Così, Lello lancia un ultimo, disperato appello: "Voi che potete e dovete, non vi girate dall'altra parte".

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