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Arrestato Domenico Bellocco, boss della ndrangheta era latitante dal 2019

Il blitz per l’arresto di Domenico Bellocco, esponente di spicco dell’omonima famiglia di ndrangheta di Rosarno e attuale reggente della cosca, è scattato nella serata di venerdì. In azione i finanzieri dei Gruppi Operativi Antidroga e i carabinieri “Cacciatori di Calabria” coadiuvati da elicotteri .
A cura di Antonio Palma
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Il boss di ndrangheta Domenico Bellocco è stato arrestato. Con una operazione congiunta scattata nelle scorse ore in Calabria, i carabinieri e gli uomini della Guardia di finanza hanno individuato e catturato l'esponente di spicco dell’omonima famiglia mafiosa di Rosarno, attuale reggente della cosca. L'uomo si era rifugiato in una zona rurale nel comune di Mongiana, in provincia di Vibo Valentia, dove stava trascorrendo la sua latitanza in un casolare isolato. Su Bellocco infatti gravava un ordine di cattura emesso dall'autorità giudiziaria nel 2019 quando era riuscito a sfuggire all'ultimo momento all’operazione Magma che aveva smantellato la sua cosca portando in carcere altri membri di spicco della famiglia mafiosa.

Il blitz per l'arresto di Bellocco è scattato nella serata di venerdì. In azione i finanzieri dei Gruppi Operativi Antidroga e i carabinieri "Cacciatori di Calabria" coadiuvati da elicotteri con sensori notturni per individuare eventuali fuggiaschi nella notte. Il quarantaquattrenne Bellocco, che deve rispondere dei reati di associazione di stampo mafioso e narcotraffico, al momento dell’arresto aveva dei documenti falsi. Il blitz è stato organizzato in poche ore dopo che gli inquirenti hanno avuto certezza che il boss si trovava proprio in quel casolare. Poco prima del cattura infatti, nell'ambito di un'altra operazione, i finanzieri del Gico hanno raccolto elementi utili alla localizzazione del ricercato che corrispondevano agli stessi elementi già raccolti  dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Calabria che erano sule tracce del latitante.

Bellocco era sfuggito all'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dal gip Antonino Foti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia nell'ambito dell'indagine che ha consentito ai pm di stroncare la cosca Bellocco e le sue articolazioni nel centro e nord Italia. Secondo l'accusa, il latitante coordinava le operazioni di importazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente giunti in Italia attraverso il porto di Gioia Tauro.

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