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Arezzo, palpeggia nelle parti intime una bimba di 9 anni durante la messa: 82enne a processo

L’accusa è di violenza sessuale aggravata per un 82enne della Valtiberina. Avrebbe baciato sulla guancia e palpeggiato nelle parti intime una bambina di nove anni durante la messa. La vicenda, che sarebbe avvenuta nel dicembre 2018 in provincia di Arezzo, verrà ripercorsa con l’avvio del processo il prossimo 22 dicembre. Le indagini a carico dell’uomo, che nega tutte le accuse a lui rivolte, sono partite in seguito alla denuncia sporta dalla mamma della presunta vittima.
A cura di Daniela Brucalossi
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Avrebbe baciato sulla guancia e palpeggiato nelle parti intime una bambina di nove anni durante la messa. Questa l’accusa rivolta a un 82enne originario della toscana Valtiberina, La vicenda, che sarebbe avvenuta nel dicembre 2018 in provincia di Arezzo, verrà ripercorsa con l’avvio del processo il prossimo 22 dicembre. Le indagini a carico dell’uomo, che nega tutte le accuse a lui rivolte, sono partite in seguito alla denuncia sporta dalla mamma della presunta vittima.

Secondo ciò che è stato raccontato dalla donna ai carabinieri, l’episodio sarebbe avvenuto in una chiesa dell’Aretino durante una messa domenicale. L’anziano, seduto accanto alla piccola sulla panca della chiesa, l’avrebbe prima baciata sulla guancia e poi palpeggiata nelle parti intime senza farsi notare da nessuno. Il 22 dicembre prossimo, con l’inizio del processo, i giudici del tribunale di Arezzo avranno il delicato compito di stabilire se quei toccamenti, raccontati dalla bimba alla mamma, fossero solo il frutto di un malinteso o avessero la connotazione di una violenza sessuale.

L'anziano, che ha assunto un avvocato per difendersi, non ha mai smesso di negare l’accusa di violenza sessuale aggravata a suo carico e ha scelto di svolgere il procedimento giudiziario in rito ordinario. Il pubblico ministero Elisabetta Iannelli ha ascoltato e valutato la versione fornita della bambina e, su decisione del gip Fabio Lombardo, nei mesi scorsi la presunta vittima è stata affidata a una psicologa per accertare che fosse possibile sentire la sua testimonianza in tribunale senza che questo le arrecasse ulteriori traumi psicologici.

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