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Apre il bagno e scopre detenuto che fa sesso con la prof in carcere, pestato a sangue in cella

I fatti si sono consumati all’interno delle mura del carcere di Padova. La docente era incaricata di alcune lezioni previste dai percorsi di recupero in carcere ma sarebbe nata una storia clandestina con un detenuto, scoperta per caso da un altro detenuto.
A cura di Antonio Palma
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Un detenuto è stato pestato a sangue in cella tanto da dover ricorrere alle cure ospedaliere perché era stato testimone di un rapporto sessuale tra un altro detenuto e una insegnante che prestava servizio in carcere. I fatti si sono consumati nei mesi scorsi all'interno delle mura del carcere Due Palazzi di Padova e hanno portato a una inchiesta della Procura nei confronti delle persone coinvolte.

Il caso, sul quale finora era stato mantenuto il massimo riserbo, è emerso a seguito delle indagini condotte dalla Procura di Padova per fare luce proprio sui pestaggi subiti dal testimone. Come ricostruiscono i quotidiani locali, i fatti risalgono alla scorsa primavera, in particolare a maggio, quando il detenuto è stato pestato per ben due volte, a distanza di pochi giorni e in maniera selvaggia, da un gruppo di altri detenuti dello stesso penitenziario.

La prima volta la vittima sarebbe stata aggredita e massacrata di botte dallo stesso detenuto scoperto e da altri due suoi sodali. La seconda volta, come racconta il Gazzettino, addirittura da quattro persone che, assoldate appositamente, si sono accanite sul bersaglio designato con spranghe e bilancieri presi nella palestra del carcere. Una aggressione selvaggia che è costata alla vittima una prognosi di ben 60 giorni e numerose lesioni tra cui la frattura del femore.

Una doppia aggressione che ha fatto scattare la segnalazione e l'inchiesta da parte della Procura. Una indagine di diversi mesi che ora ha messo nei guai non solo i presunti aggressori ma anche la docente che era incaricata di alcune lezioni previste dai percorsi di recupero in carcere. Secondo gli inquirenti, infatti, alla base dei pestaggi ci sarebbe stata proprio la volontà di impedire all'uomo di rivelare la relazione tra detenuto e professoressa.

I due pare si fosse conosciuti proprio nel carcere durante le lezioni e sarebbe nata una storia clandestina. La vittima del pestaggio lo avrebbe scoperto per caso aprendo la porta del bagno della classe dove avvenivano le lezioni e dove avrebbe visto i due amanti in atteggiamenti espliciti a consumare un rapporto sessuale.

Da qui il primo pestaggio di avvertimento, seguito dal secondo dopo che l'uomo aveva minacciato di rivelare tutto. La conferma di tutto sarebbe arrivata dal cellulare con cui la donna comunicava con l'uomo in carcere. I due amanti avrebbero parlato di quando erano stati scoperti e della necessità di punire il testimone scomodo. La donna era entrata nel mirino degli inquirenti dopo il trasferimento del detenuto ad altro carcere. Lei infatti aveva continuato ad andarlo a trovare, ricaricando anche il telefonino che lui usava illegalmente in cella.

Al termine di un colloquio, quindi, è stata bloccata dagli agenti della Penitenziaria delegati dalla Procura e perquisita. Per la docente e l'amante l'accusa è di accesso indebito a dispositivi di comunicazione. Per lui e i suoi sodali anche quello di lesioni aggravate.

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