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Appalti truccati negli ospedali e mazzette: 19 indagati in Piemonte

Diciannove persone sono indagate in Piemonte con le accuse di corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta – denominata Molosso – condotta dalla Guardia di Finanza di Torino su gare truccate e mazzette all’interno delle Asl regionali. Perquisite una trentina di strutture sanitarie in tuta la regione e in particolare a Torino, Novara e Alessandria.
A cura di Davide Falcioni
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Diciannove persone sono indagate in Piemonte con le accuse di corruzione e turbativa d'asta nell'ambito di un'inchiesta – denominata Molosso – condotta dalla Guardia di Finanza di Torino su gare truccate e mazzette all'interno delle Asl regionali. In tutto il Piemonte, e in particolare nelle province di Torino, Novara e Alessandria, gli uomini delle fiamme gialle hanno perquisito una trentina tra ospedali, asl e abitazioni private.

Sono gravi, secondo gli investigatori, le ipotesi di reato a carico degli indagati con conseguenti danni patrimoniali ed economici all'intero servizio sanitario nazionale, a vantaggio, soprattutto, di una società torinese e di una multinazionale veneta leader nel settore della fornitura di prodotti ed apparecchiature mediche. Durante l'operazione i finanzieri hanno anche sequestrato preventivamente conti correnti riconducibili a tangenti ricevute da parte di uno degli indagati di Torino.

Nel mirino gare d'appalto per la fornitura di camici e divise a medici e infermieri

Nel mirino degli inquirenti e degli uomini del primo nucleo operativo metropolitano della Guardia di Finanza torinese ci sono alcune gare d'appalto sospette, lanciate con lo scopo di favorire la multinazionale coinvolta nell'inchiesta: se questa si fosse aggiudicata le gare avrebbe guadagnato milioni per la fornitura di camici e divise per medici e infermieri. All'ospedale di Alessandria le indagini hanno portato ad scoprire un coordinatore infermieristico, membro della commissione per la gara d'appalto per l'aggiudicazione della fornitura di prodotti e apparecchiature mediche per la chemioterapia che, secondo le indagini, avrebbe favorito una specifica azienda. L'indagine ha coinvolto 5 società; tra queste, la Hartmann di Verona e la Aries di Modena, mentre quelle torinesi sono referenti locali di Hartmann.

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