Appalti truccati in Calabria: indagato governatore Oliverio. Lui annuncia sciopero della fame
Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, è una delle persone coinvolte nell'operazione della Guardia di Finanza di Cosenza su presunte irregolarità nell'affidamento di appalti pubblici. Per il governatore, secondo quanto si apprende, è stato disposto l'obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, il centro del Cosentino in cui risiede. I reati ipotizzati dagli uomini delle Fiamme Gialle sono quelli di falso, corruzione e frode in pubbliche forniture. Nei confronti di Oliverio, inoltre, ci sarebbe anche l'accusa di abuso d’ufficio, aggravato dal metodo mafioso. A coordinare le indagini è stata la Direzione Distrettuale Antimafia di Cosenza.
L'inchiesta riguarderebbe due appalti, uno sul Tirreno Cosentino, e uno riguardante un impianto sciistico in Sila. Oltre a Oliverio risultano indagate anche altre 16 persone, tutte destinatarie di misure cautelari, tra cui politici, dirigenti pubblici, funzionari e un imprenditore, Giorgio Barbieri, già arrestato nel febbraio 2017 nell'ambito di un'altra inchiesta perché accusato di essere legato al clan Muto, e l‘ex sindaco di Pedace Marco Oliverio (obbligo di dimora). Per tutti, a vario titolo, accuse di corruzione, falso in atto pubblico, abuso d'ufficio e frode in pubbliche forniture. Inoltre nei confronti di alcuni indagati viene ipotizzata anche l'aggravante dell'articolo 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta di Cetraro.
"Di fronte ad accuse infamanti ho deciso di fare lo sciopero della fame – ha annunciato Oliverio in una note -. La mia vita e il mio impegno politico e istituzionale sono stati sempre improntati al massimo di trasparenza, di concreta lotta alla criminalità, di onestà e rispettosa gestione della cosa pubblica. I polveroni sono il vero regalo alla mafia. Tra l'altro l'opera oggetto della indagine non è stata appaltata nel corso della mia responsabilità alla guida della Regione".