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Annamaria Franzoni rischia di perdere la villa di Cogne: pignorata per pagare l’avvocato

Annamaria Franzoni rischia di perdere la villetta di Cogne. Alla mamma 48enne condannata per l’omicidio del figlioletto Samuele Lorenzi è stato notificato il pignoramento di metà della villetta dove nel 2002 fu ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, 3 anni. A pretendere il pignoramento l’ex difensore di Annamaria, l’avvocato Carlo Taormina, a cui la donna deve una somma che supera il 270mila euro, per la difesa del processo.
A cura di Angela Marino
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Annamaria Franzoni rischia di perdere la villetta di Montroz. È già stato notificato alla mamma di Cogne il pignoramento di metà della villetta dove nel 2002 fu ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, 3 anni. Il provvedimento è scattato dopo che Carlo Taormina – dopo Carlo Federico Grosso, difensore della Franzoni – ha avanzato la richiesta di  275mila euro, a titolo di compenso per la sua difesa. La somma, in realtà, supera i  470mila euro sommando Iva, interessi e cassa previdenza avvocati. La notifica di pignoramento ha raggiunto la Franzoni, oggi residente con la famiglia nelle terre d'origine, sui colli bolognesi, lo scorso 22 ottobre.

La casa attuale di Annamaria Franzoni in Val Di Sambro

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Non è detta l'ultima parola, però. Annamaria Franzoni, oggi 48enne, attraverso gli avvocati Maria Rindinella e Lorenza Parenti del foro di Bologna, si è opposta al provvedimento, contestando che la villetta non è pignorabile perché è all'interno di un fondo patrimoniale, costituito a maggio 2009 da Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. Se ne discuterà in aula al Tribunale di Aosta, il prossimo l'11 dicembre.

Nella villetta, in realtà, in questi ultimi tempi Franzoni ha passato ben poco tempo. A carico della mamma di Montroz che ha scontato gli ultimi anni di pena con la detenzione domiciliare fissata nella casa di Bologna, infatti, fino a qualche tempo fa vigeva il divieto di dimora nel comune della Val d'Aosta, dove è tornata per qualche giorno un anno fa, quando, finito di scontare definitivamente la condanna a 16 anni di carcere (ridotti a 13 per l'indulto), è venuto a cadere. Il pignoramento è scattato a seguito della sentenza del tribunale di Bologna che nel 2017 aveva ha accolto le ragioni dell'avvocato Taormina.

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