video suggerito
video suggerito

Andrea Cavallari ancora in fuga, un vedovo della strage di Corinaldo: “Lo stato l’ha lasciato scappare”

Andrea Cavallari, condannato per la strage di Corinaldo, è evaso la scorsa settimana dopo la laurea. Paolo Curi, che nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo perse la moglie Eleonora, denuncia: “Un altro schiaffo. Nessuna scorta, nessun pentimento. Lo Stato ha fallito nella sorveglianza”.
A cura di Davide Falcioni
24 CONDIVISIONI
Immagine

"Come è possibile che un condannato per una strage venga lasciato libero, senza scorta, proprio il giorno in cui può festeggiare un traguardo importante come la laurea? Non si sono mai pentiti, mai. E ora uno di loro è fuggito, con la complicità di un sistema che non ha vigilato come avrebbe dovuto". Sono le parole – pronunciate in un'intervista a Repubblica – di Paolo Curi, padre e vedovo, che nella strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo dell'8 dicembre 2018 ha perso Eleonora, sua moglie, travolta dalla folla mentre cercava di proteggere la figlia maggiore durante un concerto del rapper Sfera Ebbasta. Sei le vittime di quella tragedia, tra cui cinque adolescenti. Cinquantanove i feriti. Un dramma causato dal panico scaturito dopo che un gruppo criminale aveva spruzzato spray urticante per compiere furti tra il pubblico approfittando della ressa.

Tra quei ragazzi, tutti condannati in via definitiva, c’era anche Andrea Cavallari, oggi 26enne, che sta scontando una pena di 11 anni e 10 mesi. O meglio: stava scontando. Giovedì scorso, autorizzato a lasciare il carcere della Dozza per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, Cavallari ha fatto perdere le proprie tracce. Nessuna scorta, nessun controllo. Solo i familiari al suo fianco. Dopo la cerimonia è svanito nel nulla, diventando ufficialmente un ricercato. "È un ulteriore schiaffo – dice ancora Curi – in una vicenda dove giustizia vera non c’è mai stata. A questi criminali non è mai importato nulla delle conseguenze. E adesso il sistema che avrebbe dovuto vigilare su di loro gli regala la possibilità di scappare".

Andrea Cavallari
Andrea Cavallari

La rabbia di Paolo non è nuova, ma oggi torna con forza. Perché, spiega, le responsabilità non si fermano ai sei giovani della "banda dello spray"."Quel locale era fuorilegge. Nulla era a norma. Dentro la Lanterna Azzurra, Eleonora e io ci guardavamo attorno atterriti, aspettando un concerto che non è mai iniziato. Se quel posto fosse stato sicuro, se chi doveva controllare avesse fatto il proprio dovere, nessuno sarebbe morto. E invece, anche in tribunale, molti di quei responsabili sono stati assolti o sono ancora in attesa di giudizio".

La sua vita è cambiata per sempre, eppure Paolo non ha mai ceduto. "Avere quattro figli mi ha salvato. Gemma, che ha visto sua madre morire, è diventata una donna forte, studia e lavora. Gli altri sono meravigliosi. La nostra è una famiglia che ha scelto la vita, ma questo non cancella il dolore". Un sentimento che si intreccia con un senso profondo di ingiustizia: "Nessun risarcimento. Solo silenzi e porte chiuse. Quando c’era Eleonora eravamo in due a lavorare. Ora ci sono solo io, faccio il giardiniere. La nostra vita è cambiata, ma resistiamo. Lo facciamo per lei". Intanto l’amministrazione penitenziaria ha annunciato l’apertura di un’indagine interna.

24 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views