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Ancona, la lettera dei medici ai pazienti con leucemia grave: “Troppi tagli, non possiamo curarvi”

I medici del reparto di Ematologia di Ancona, dal direttore al più giovane degli specializzandi, hanno scritto un accorata lettera ai pazienti, molti dei quali affetti da grave leucemia e trapiantati: “Tagliati i posti letto. Non potremmo più trattare come si deve molti di voi e questo non possiamo accettarlo”.
A cura di Davide Falcioni
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Dalla pandemia di Covid saremmo dovuti uscire tutti migliori, con sistemi sanitari più efficienti e finalmente pronti a garantire le cure non solo in emergenza, ma anche nella routine. Invece i medici del reparto di ematologia dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche – regione da quasi tre anni guidata da una giunta a trazione Fratelli D'Italia e Lega – hanno deciso di scrivere una lettera ai loro pazienti per denunciare una riduzione dei posti letto disponibili.

Nella missiva, datata primo giugno e condivisa da tutta la dirigenza medica del reparto di Ematologia, dal direttore al più giovane degli specializzandi, si scrive: "Non possiamo accettare né la riduzione dell’orario del Day Hospital, né la riduzione da 12 ad 8 dei posti letto (che invece chiediamo da 5 anni di aumentare) come richiestoci da una circolare della Direzione".

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Insomma, a fronte di una richiesta di potenziamento del reparto la risposta della direzione sanitaria è quella di tagliare di un terzo i posti letto disponibili. Una decisione, questa, che i medici per primi criticano con forza rivolgendosi nella lettera direttamente ai loro pazienti: "Per anni – si legge in un passaggio – abbiamo cercato soluzioni tampone alle numerose criticità organizzative e strutturali della nostra Clinica", problemi che riguardavano la scarsità "di posti letto, di spazi, di personale medico e infermieristico".

La risposta arrivata quindi suona come un'autentica beffa: "Da oggi – continua infatti la lettera aperta – ci si chiede di dimettere 4 pazienti gravi, che non potranno andare a casa, su 12 ricoverati", pazienti "trapiantati o con leucemia acuta in trattamento attualmente ricoverati perché nessun altro reparto non ematologico potrà prendersi cura di loro se verranno dimessi". Nel testo si spiega inoltre che la riduzione di posti letto "bloccherà ogni nuovo ricovero" e a tal proposito si puntualizza che "nella nostra lista d’attesa (aggiornata fino al 16-6) ci sono già 13 pazienti (5 in attesa di trapianto) il cui ingresso era previsto già dal 5 maggio e fino al 14 giugno". Alla luce delle nuove direttive, quindi, "anche se fossimo in grado di dimettere i quattro pazienti in eccesso come ci viene chiesto, non potremmo ricoverare nessuno dei 13 pazienti in lista d’attesa dal mese scorso".

Nella loro lettera ai pazienti i medici della clinica di ematologia specificano che la loro non è una protesta, "né una critica nei confronti della Direzione, già in difficoltà, sappiamo però che a seguito di questa circolare non potremmo più trattare come si deve molti di voi e questo non possiamo accettarlo. Non abbiamo il potere di trovare soluzioni alternative e non possiamo semplicemente dirvi di andare altrove (dove?) lavandoci le mani dopo che abbiamo preso l’impegno di curarvi. Inutile aggiungere che è un vostro sacrosanto diritto ricevere le terapie più appropriate nei tempi compatibili con una buona pratica medica. Se questo ci viene oggettivamente impedito è nostro dovere comunicarvelo, perché siamo noi ad avere la responsabilità del vostro trattamento".

La replica dell'assessore alla salute Saltamartini

Dopo la diffusione della lettera sulla vicenda è intervenuto l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, affermando che "Ematologia, oltre a Torrette, c’è anche a Pesaro, Macerata ed Ascoli per garantire a tutti i pazienti accesso a cure adeguate, vista la gravità delle patologie trattate". Proprio la gravità di certe patologie, tuttavia, suggerirebbe di non inviare un paziente a centinaia di chilometri di distanza per curarsi.

L'assessore Filippo Saltamartini
L'assessore Filippo Saltamartini

L'assessore non è nuovo a gaffe. Ad aprile, intervenuto ad un convegno dell'Ordine degli Infermieri di Ancona, aveva detto alla platea: "In fondo quale uomo non ha amato un'infermiera?", con tanto di sorrisetto ammiccante, suscitando il comprensibile fastidio dei presenti. Nel maggio del 2022 un'altra figuraccia l'aveva fatto piombare al centro delle polemiche per una frase che commisurava il grado di intelligenza degli individui con la grandezza del loro cranio, aggiungendo persino che ciò dipendeva dalle dimensioni dei genitali femminili. "Il grado di intelligenza dipende anche dal volume della testa e del cervello. In un convegno internazionale di 5-6 anni fa l’idea che è stata palesata era proprio questa: il volume del cranio dipende dall’organo genitale femminile da dove le persone escono".

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