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Covid 19

Anche i contagiati in attesa della terza dose potranno riceverla dopo 4 mesi dalla diagnosi di Covid

La circolare del Ministero della Salute chiarisce che la dose di richiamo può essere somministrata anche a coloro che hanno contratto il virus. Bisognerà attendere però 4 mesi.
A cura di Davide Falcioni
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"Che cosa succede se prendo il Covid prima della terza dose"? È la domanda che in molti si stanno facendo in questi giorni ed è una domanda più che giustificata vista l'elevata capacità della variante Omicron di trasmettersi e il drastico calo della protezione delle prime due sodi di vaccino dopo 5-6 mesi. La risposta è contenuta nella circolare diramata oggi da Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità e Agenzia Italiana del Farmaco: "Alla luce delle attuali evidenze sull'impatto epidemiologico correlato alla maggiore diffusione della variante B.1.1.529 (Omicron) e sulla efficacia della dose booster nel prevenire forme sintomatiche di Covid-19 sostenute dalla citata variante, al fine di estendere gradualmente l’offerta del richiamo vaccinale e nel rispetto del principio di massima precauzione, si rappresenta che la somministrazione della dose di richiamo (booster) a favore dei soggetti per i quali la stessa è raccomandata, con i vaccini e relativi dosaggi autorizzati, sarà possibile dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dal completamento del ciclo primario o dall’ultimo evento (da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione in caso di soggetti vaccinati prima o dopo un’ infezione da SARS-CoV-2, in base alle relative indicazioni)". Quindi sì, anche i vaccinati con due dosi in seguito positivi al Covid possono ricevere la terza dose, ma dovranno attendere 4 mesi dalla data della diagnosi.

Qual è l'efficacia della dose booster contro Omicron nel tempo

Secondo uno studio condotto dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) la protezione della terza dose di vaccino diminuisce contro le forme sintomatiche di Covid causate dalla variante Omicron: il report evidenzia che, tra i vaccinati con due dosi di Astrazeneca, un booster con un vaccino a mRna è efficace al 60% nel prevenire la malattia sintomatica da Omicron da due a quattro settimane dopo l’iniezione. Dopo 10 settimane, tuttavia, il booster di Pfizer era efficace solo al 35%. Il booster di Moderna, invece, era efficace al 45% fino a nove settimane. Tra coloro che hanno invece ricevuto tre dosi di Pfizer, l’efficacia del vaccino è scesa dal 70% a una settimana dopo il richiamo al 45% dopo 10 settimane. Nei vaccinati con Pfizer che hanno ricevuto il booster di Moderna, d’altra parte, la protezione è rimasta efficace fino al 75% a nove settimane.

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