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Ambiente, allarme dal Trentino: “Non gettate le bio-plastiche nell’umido, intasano gli impianti”

Le cosiddette biolastiche non vanno gettate nel contenitore dell’organico bensì in quello dell’indifferenziato. L’allarme arriva dal virtuoso Trentino, dove gli impianti di compostaggio stanno avendo non pochi problemi a lavorare i rifiuti “umidi” per la presenza di oggetti in bio-plastica, che vanno gettati nell’indifferenziato.
A cura di Davide Falcioni
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La guerra alla plastica è stato probabilmente l'unico tema sul quale il nuovo governo ha trovato unità d'intenti. Sull'onda delle proteste globali contro il cambiamento climatico sono state proposte tasse sulla produzione di plastica e incentivi per la riconversione in bio-plastiche, materiale più rispettoso e compatibile con l'ambiente che tuttavia sta creando non pochi problemi in Trentino Alto Adige: i cittadini, infatti, si sarebbero abituati a gettarlo nel contenitore dell'umido anche se non è lì che dovrebbero andare, bensì nell'indifferenziato. E' il Giornale del Trentino a renderlo noto, spiegando che questo comportamento sta di fatto "contaminando" il compost: "I dati – spiega il quotidiano – certificano le preoccupazioni: fino all’anno scorso l’impurità del rifiuto umido raccolto in Trentino si aggirava intorno al 3%, quasi perfetto. Oggi ci avviciniamo al 10%, cioè stiamo peggiorando".

A lanciare l'allarme sono stati i responsabili di Bioenergia Trentino e di Eco Center Bolzano: "Sacchetti della verdura, borse della spesa, confezioni di surgelati, piatti e forchette. Oggi è tutto “biodegradabile” ma non per questo il materiale va gettato nell’umido. E il motivo è semplice: perché non riusciamo a lavorarlo. Il tempo di trasformazione del prodotto “umido” standard è 23 giorni, queste bio plastiche, invece, impiegano mesi se non anni per trasformarsi. Tempi non compatibili con le lavorazioni dei nostri impianti super tecnologici. E se non si decompone, il materiale continua a girare nell’impianto stesso per anni col rischio di intasare tutto".

Secondo i tecnici il problema principale sta nell'equivoco che le bio-plastiche possono essere gettate nel contenitore dell'umido. Nei rifiuti organici si trovano piatti, bicchieri e posate "biodegradabili" ma non per questo compostabili e la beffa maggiore – sostiene Bioenergia Trentino – è che si sta convertendo alla bio-plastica anche la grande utenza, cioè mense, catering, feste e sagre: tutti in buona fede e tutti a utilizzare piatti di carta che di carta non sono e che poi finiscono a intasare gli impianti".

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