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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni uccisa a coltellate dal fratello, la madre: “Ho perso due figli per incuria delle autorità”

Antonella Zarri, madre della 34enne Alice Scagni uccisa a coltellate dal fratello nel Genovese, ha rilasciato parole molto dure nei confronti delle autorità. “Ho perso due figli a causa dell’incuria di forze dell’ordine e dell’igiene mentale, Alberto doveva essere aiutato”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
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"Ho perso due figli. Le loro vite sono state buttate via per l'incuria e l'incapacità delle autorità e del servizio di salute mentale" Lo ha detto all'Ansa Antonella Zarri , madre della 34enne Alice Scagni, uccisa a coltellate nella serata di domenica con almeno 17 coltellate inferte dal fratello Alberto per motivi economici. La 34enne, madre di un figlio di due anni, aveva negato al fratello l'ennesima somma di denaro. "Negli ultimi quattro giorni c'è stata un'escalation che ci ha fatto molto preoccupare – ha riferito la donna – e abbiamo chiamato il 112 cinque volte pregando per un'intervento, ma nessuno ha fatto nulla. Nella giornata di domenica, a ora di pranzo, mio figlio ci ha fatto due chiamate per minacciarci. Abbiamo richiamato le forze dell'ordine chiedendo aiuto, ma ci hanno detto di fare denuncia lunedì e che nessuna volante poteva intervenire".

Nella serata di domenica, invece, Alberto Scagni ha raggiunto la sorella sotto casa per chiederle nuovamente denaro e probabilmente per ucciderla. L'uomo di 42 anni ha accoltellato la sorella in strada a Quinto, nel levante di Genova, per poi fuggire verso la scogliera di Quarto. Scagni aveva già lasciato alcuni indizi sui social network. Soffriva di una sorta di mania persecutoria ed era convinto di essere spiato. "Alberto aveva bisogno di aiuto psichiatrico – spiega la madre -. Domenica mattina non c'erano volanti da mandare, ma domenica notte per non farmi vedere il corpo della mia bambina c'erano 30 agenti. Ci eravamo affidati alle istituzioni, Alberto aveva bisogno di un aiuto che noi non riuscivamo più a dare. Quando abbiamo provato a rivolgerci all'igiene mentale, ci hanno dato appuntamento per il mese dopo. Avrebbe avuto la visita il 2 maggio. Sono stati lenti nonostante le richieste, come se una persona andasse al pronto soccorso per un infarto ma le dicessero di aspettare".

La procura intanto ha chiesto la convalida dell'arresto al gip contestando tre aggravanti: la premeditazione, la crudeltà e l'uso del mezzo insidioso. L'uomo avrebbe nascosto il coltello in un sacchetto e ha aspettato per ore la sorella sotto la sua abitazione. Quando l'ha colpita, non ha tolto l'arma dal sacchetto. La 34enne ha provato a scappare, ma il fratello si sarebbe accanito su di lei. L'uomo è difeso dagli avvocati Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì.

Il 42enne avrebbe confessato davanti agli agenti subito dopo il fermo. "Sono stato io, ma non ne potevo più di vivere con pochi soldi a disposizione" avrebbe affermato. Non essendo stato interrogato in presenza di un avvocato, per il momento le sue dichiarazioni non avrebbero valore giuridico. Scagni si trova in un reparto protetto del carcere di Marassi.

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