video suggerito
video suggerito

Aldrovandi, slitta la decisione sugli agenti. Il padre del giovane invoca il carcere

Slitta la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna sulle modalità con cui i quattro poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi dovranno scontare i sei mesi di pena residua. Le parole del padre Lino a margine dell’udienza.
A cura di Susanna Picone
90 CONDIVISIONI
Slitta la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna sulle modalità con cui i quattro poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi dovranno scontare i sei mesi di pena residua. Le parole del padre del giovane a margine dell’udienza.

Il Tribunale di Bologna si è riservato sulla decisione da prendere per la posizione dei quattro poliziotti condannati in via definitiva per eccesso colposo nell’omicidio di Federico Aldrovandi, il 18enne morto a Ferrara il 25 settembre del 2005. Le udienze al Tribunale di Sorveglianza si sono tenute separatamente e i magistrati si sono riservati, in particolare, su due posizioni e hanno disposto il rinvio della discussione per le restanti. Per Paolo Forlani (l’agente che pubblicò su Facebook delle frasi offensive nei confronti della madre di Federico, Patrizia Moretti, e che poi si scusò con una lettera pubblica) è stato deciso un rinvio di due giorni poiché la difesa ha presentato l’integrazione di alcuni documenti sullo stato di salute del poliziotto. Rinviata al prossimo 26 febbraio anche l’udienza per Enzo Pontani, che questa mattina non era presente, a causa di un difetto di notifica. Il Tribunale si è poi riservato la decisione per gli altri due agenti, Luca Pollastri e Monica Segatto: i loro difensori hanno chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali e, in sub ordine, la misura degli arresti domiciliari.

“Scontare la pena in carcere un segnale positivo” – Lino Aldrovandi, il papà di Federico, ha parlato con i cronisti a margine dell’udienza odierna e ha detto la sua sulla richiesta dei legali dei poliziotti di misure alternative al carcere. Il pensiero di Lino Aldrovandi è chiaro: “Scontare i 6 mesi di pena residua in carcere sarebbe un segnale positivo, di trasparenza e un monito anche per chi abbia a commettere questi fatti in divisa”. Il papà di Federico ha affermato di non avere nulla contro la polizia ma, al contrario, dice di essere contro “chi ha disonorato il corpo”. Parla di una tristezza grandissima Lino, di una vicenda che ha visto perdere tutti, genitori e istituzioni. “Se anche ci fossero cento anni di condanna non ci sarebbe giustizia, la sola giustizia sarebbe che tornasse indietro Federico” – così continua Aldrovandi secondo cui però le responsabilità personali vanno pagate. Per questo lui chiede anche che quei quattro poliziotti non vestano più la divisa. “Mi aspetto che i giudici leggano le parole scritte nelle tre sentenze di condanna, in cui si parla di schegge impazzite in preda al delirio e che dimostrano che qualcosa non è andata”.

90 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views