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Agenti sotto copertura si infiltrano nelle chat pedoporno: arresti e perquisizioni in tutta Italia

L’indagine anti pedopornografia ha interessato tutto il territorio nazionale e portato a tre arresti. Tra gli indagati anche quattro minori accusati di detenzione e diffusione di contenuti pedopornografici.
A cura di Antonio Palma
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Una vasta operazione antipedofilia è in corso dalle prime ore di oggi in tutta Italia volta a smantellare una rete di utenti che si scambiava abitualmente materiale pedopornografico anche attraverso chat create appositamente con una nota piattaforma di messaggistica che garantisce l'anonimato degli utenti.

L’indagine, che si è avvalsa di agenti sotto copertura infiltrati tra la rete online creata dai pedofili, ha portato nelle scorse ore a tre arresti e oltre una decina di perquisizione in vari città italiane da nord a sud.

Nel dettaglio, oltre alle tre ordinanze di custodia cautelare, la polizia ha eseguito anche dodici decreti di perquisizione a carico di altrettanti indagati, di cui quattro non ancora maggiorenni, e sequestrando migliaia di file che dovranno essere ora esaminati. Tutti gli indagati devono rispondere delle accuse di detenzione e diffusione di contenuti pedopornografici.

I tre arresti sono avvenuti in Campania, Calabria e Lombardia ma l’indagine ha coinvolto persone residenti anche in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Sicilia e Veneto.

L'indagine, diretta dalla Procura di Torino – Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici e coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, infatti ha interessato tutto il territorio nazionale.

Attraverso un’attività sotto copertura svolta nell'ambito del contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico attraverso la rete, gli agenti di polizia sono entrati in contatto con gli utenti che, apertamente, sulla chat di gruppo, dichiaravano di possedere o pubblicavano materiale pedopornografico, proponendo di scambiarlo con altre persone.

Le tracce informatiche hanno permesso poi di individuare i partecipanti della chat e sopratutto l'amministratore di un canale dove reperire materiale con una iscrizione e pagamento di 25 euro. L'uomo, residente in Calabria, è tra gli arrestati con l’accusa di commercio di materiale pedopornografico aggravato per aver utilizzato strumenti volti a impedirne l'identificazione. Oltre numerosi supporti informatici, gli sono state sequestrate carte di debito/credito e un portafoglio elettronico.

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