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Afghanistan, sequestrate tre tonnellate di eroina pura sbarcate in India: registrate come talco

Dall’Afghanistan, l’eroina è arrivata in India passando per l’Iran. Un ponte strategico che ha agevolato i narcotrafficanti di tutto il mondo per molto tempo. Ma la lotta al traffico di droga continua. I responsabili della sezione antinarcotici del Gujarat – lo Stato indiano dove il carico è arrivato via mare – sono riusciti a sequestrare tutta la merce del valore di 2,7 miliardi di dollari.
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Afghanistan, immagine di archivio.
Afghanistan, immagine di archivio.

"L'Afghanistan non sarà più un narco-Stato", questa è la promessa fatta dai talebani. Nei giorni scorsi, però, un carico di circa 3 tonnellate di eroina pura è riuscito ad arrivare in India. Passando dall'Iran, la merce viaggiava su dei container trasportati via mare. Registrata come talco, dal porto iraniano di Bandar Abbas ha raggiunto il porto di Mundra, nello stato del Gujarat. Gli agenti del corpo speciale antidroga indiano sono intervenuti immediatamente e hanno sequestrato un carico pari del valore di 2,7 miliardi di dollari. Grazie all'intelligence e alla collaborazione dei colleghi di diversi Stati, sono venuti a conoscenza della partita di droga. E attraverso le indagini svolte in tutto il paese – incluse Delhi, Ahmedabad e Chennai – sono riusciti a intercettare l'eroina nascosta. Era destinata alla Aashi Trading Company, l'azienda della città di Vijaywada. Due persone sono state arrestate e tra gli indagati ci sarebbero anche cittadini afgani.

Perché l'Afghanistan continua a produrre eroina

L'oppio per molto tempo è stato utilizzato in medicina come calmante, sedativo per disturbi vari e antidolorifico. Il mercato era internazionale e la competizione ha portato anche a due guerre tra Inghilterra e Cina. Gli effetti dell'eroina, ottenuta dal papavero, hanno iniziato a preoccupare i Paesi che la importavano solo intorno al 1900, quando la dipendenza che creava questa sostanza era diventata una vera e propria emergenza sanitaria. "Per i territori agricoli della Mezzaluna d'oro (Afghanistan, Iran, Pakistan, India e Nepal) le coltivazioni di oppio rappresentano una fonte di guadagno. In aree dove non ci sono alternative economiche ed è difficile coltivare altro, per i contadini diventa una merce lucrosa", spiega il professore di storia contemporanea all'università Iulm di Milano Guido Formigoni e continua – L'Afghanistan è storicamente un Paese frammentato. Ci sono molti gruppi etnici e realtà locali diverse tra loro. È sempre stato un terreno di scontro dove le grandi potenze hanno combattuto per occuparlo. E questo ha favorito le coltivazioni lucrose come quelle di oppio". Dal '94 al 2001, prima dell'invasione americana, il governo afgano era "piuttosto isolato e malvisto dalla comunità internazionale", spiega il professore e aggiunge: "Il rapporto con il Pakistan era ambiguo e aveva poche fonti di guadagno su cui contare". Dopo 20 anni di occupazione, gli Stati Uniti e i suoi alleati non sembrano aver migliorato l'economia legale del Paese. Infatti, l'Afghanistan è diventato il maggior esportatore di eroina in tutto il mondo. Gli afgani che lavorano nelle coltivazioni di oppio sono quasi 600mila e sarebbero 2 milioni le persone che sopravvivono grazie a questo. Nell'ultimo anno, i terreni dove viene coltivato il papavero sono aumentati del 37%. Quasi 224mila ettari, suddivisi in 21 delle 34 provincie di tutto il Paese.

Iran, il passaggio sicuro

Per i narcotrafficanti iraniani, il mercato afgano è fondamentale secondo l'analista strategico indiano del South Asia at Internazionale SOS Saurav Sarkar. "L'accesso a progetti portuali, ferroviari e stradali in Iran può avvantaggiare notevolmente l'economia afgana e ridurre la sua dipendenza dall'Asia centrale e dal Pakistan – si legge in un suo articolo del 2020 e continua – Per questi motivi l'Iran preferirebbe un governo stabile a Kabul. E il governo afgano preferirebbe mantenere intatte le relazioni con l'Iran". Sempre nel 2020 Fadahossein Maleki, ex segretario dell'ente iraniano per il controllo della droga aveva detto: "A causa della droga, finora abbiamo perso 4.000 uomini della nostra terra e più di 12.000 sono rimasti menomati. Le famiglie europee hanno idea di cosa sarebbe successo se la droga non arrivasse fino a loro?". L'ex presidente della Repubblica islamica Hassan Rouhani aveva avvertito che "le sanzioni degli Stati Uniti in atto contro l'Iran avrebbero potuto indebolire la resistenza del paese al transito di droga verso l'Europa". Il presidente Ebrahim Raeisi aveva anche chiesto il supporto delle altre Nazioni: "Ci aspettiamo una presenza e un aiuto serio. Non vogliamo che ci aiutino finanziariamente, ma non dovrebbero criticare le azioni coraggiose della nazione iraniana, nel campo della droga, con le loro dichiarazioni e risoluzioni".

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