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Addio a Enrico Pieri, superstite dell’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema

Enrico Pieri, uno dei superstiti dell’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944, è morto dopo una malattia all’età di 87 anni.
A cura di Davide Falcioni
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Enrico Pieri, uno dei superstiti dell'eccidio nazifascista di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944, è morto dopo una malattia all'età di 87 anni. Era presidente dell'Associazione Martiri Sant'Anna Stazzema ed ha dedicato tutta la vita a far conoscere la strage, arrivando a donare all'associazione la sua casa d'infanzia, la stessa in cui fu sterminata la sua famiglia (i genitori, due sorelle, nonni, zii, cugini). Giovanni Cipollini, presidente di Anpi Versilia, ha commentato: "Pieri, oltre ad essere un testimone della strage di Sant’Anna, è stato un uomo che si è sempre battuto per gli ideali della pace, della democrazia e del rispetto tra i popoli. Era iscritto da tanti anni all’Anpi di Pietrasanta e per questo lo ricordiamo con affetto e stima. La sua scomparsa ci addolora. Faremo tutto il possibile per mantenere vivo il suo ricordo e la sua testimonianza".

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Chi era Enrico Pieri: i nazifascisti sterminarono tutta la sua famiglia

Enrico Pieri fu uno dei pochi superstiti e testimoni dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: quel giorno, il 12 agosto del 1944, aveva solo 10 anni quando, nascosto sotto la scala di casa, vide morire per mano dei nazisti e dei loro collaboratori fascisti il padre, la madre, due sorelle, nonni, zii e cugini. Le SS, guidate dalle "camicie nere" locali, fecero irruzione all'alba in tutte le abitazioni del borgo versiliese di Sant’Anna di Stazzema. Nel volgere di poche decine di minuti uccisero a colpi di mitragliatrice donne, anziani e bambini, dando fuoco ai corpi e alle case. Enrico si salvò nascondendosi nel sottoscala insieme alla figlia dei vicini, Grazia Pierotti, che aveva 14 anni, e alla sorellina di lei, Gabriella, che si buttò tra i cadaveri fingendosi morta. "Avevano furia . raccontò Pieri in una recente intervista -. Da quando ci hanno avvisato che c’erano i tedeschi, in mezz’ora è successo tutto. Ammazzavano, trovavano, bruciavano le case, poi andarono via. Si sentiva sparare da tutte le parti. Ma a mezzogiorno erano già a Valdicastello. Già a metà mattina non si sentivano più colpi di arma da fuoco. Si sentivano solo i crolli dei tetti, dei fienili che bruciavano, questi rumori strani. Tornai a casa, dove c’erano i corpi dei miei genitori: ero un bambino, senza piangere, senza disperarmi. Forse non ero più normale neanch’io". A Sant’Anna di Stazzema quel giorno morirono 560 persone: 130 erano bambini.

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