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Abusi nella casa di riposo di Marina di Carrara, le intercettazioni: “Ti rompo le gambe”

Sono agghiaccianti le intercettazioni che rivelano quanto accadeva nella casa di riposo di Massa Carrara teatro di continui maltrattamenti sugli anziani. Tre persone sono state arrestate.
A cura di Susanna Picone
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Anziani maltrattati, insultati, picchiati al punto da desiderare anche la morte. È l’incubo che hanno vissuto gli ospiti di una casa di riposo di Marina di Carrara, dove nei giorni scorsi tre persone sono finite agli arresti domiciliari. Agli anziani veniva tra le tante cose negata l’acqua e dati ansiolitici e tranquillanti in modalità incontrollate, senza alcuna prescrizione medica. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, grazie anche all’utilizzo di intercettazioni ambientali e video e accertamenti tecnici e sanitari, le indagate avrebbero dimostrato verso i loro ospiti un totale disprezzo tanto che i finanzieri non esitano a sottolineare “la crudeltà con cui erano solite comportarsi”, con un metodo “unico di gestione incentrato su umiliazione, prevaricazione e aggressione, tali da indurre molte vittime a desiderare la morte, a rassegnarsi o abbandonarsi alla disperazione”. Si parla di ingiurie, umiliazioni, percosse, limitazioni alla possibilità di movimento degli anziani. Gli ordinavano, con urla e minacce, di rimanere seduti tutto il giorno o li legavano alla sedia o al letto.

Le intercettazioni – “Se sporchi il bagno, ti faccio leccare il bidet”. Oppure: “Ora basta, ora basta. Ti mangio vivo”. E ancora: “Se ti muovi ti rompo le gambe” e “Ti metto in una bara”. Queste alcune delle frasi – che non lasciano dubbi su quanto accadeva in quella casa di risposo – intercettate nel corso delle indagini. A incastrare le indagate le terribili immagini video in parte divulgate dalla Guardia di Finanza. A chi chiedeva cure e assistenza si rispondeva con angherie e vessazioni, chi sperava di trovare accoglienza riceveva cattiverie e umiliazioni. Come ricostruisce La Nazione, ad esempio, a chi chiedeva dei parenti veniva risposto “Sono tutti morti” e chi sporcava il pannolone veniva aggredito con “Te la faccio mangiare”. Una delle vittime sarebbe stata colpita al volto con 25 schiaffi in una sola notte: era colpevole di fare troppo rumore.

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