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“Abusato dai preti in seminario, ora dicono messa e mi minacciano”, denuncia del docente a Treviso

“Solo ora ho trovato la forza di denunciare gli abusi sessuali, le umiliazioni e le gravi vessazioni che ho subito durante l’anno in cui ho frequentato il seminario di Treviso” ha raccontato Gianbruno Cecchin, 49enne docente di filosofia, ricordando: “Ancora oggi, ogni mattina, celebrano la messa e fanno la comunione come se niente fosse”.
A cura di Antonio Palma
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“Denuncerò gli abusi sessuali, renderò noti i nomi dei due preti pedofili che mi hanno usato violenza e che ancora oggi, ogni mattina, celebrano la messa e fanno la comunione come se niente fosse”, così Gianbruno Cecchin, 49enne docente di filosofia, ha annunciato la sua intenzione di denunciare due sacerdoti che sarebbero stati protagonisti di pesanti abusi sessuali nei suoi confronti circa trenta anni fa. Secondo il suo racconto, gli abusi sarebbero avvenuto all’inizio degli anni ’90 quando lui era minorenne e frequentava il seminario di Treviso.

“Solo ora ho trovato la forza di denunciare gli abusi sessuali, le umiliazioni e le gravi vessazioni che ho subito durante l’anno in cui ho frequentato il seminario di Treviso tra il 1990 e il 1991” ha raccontato a La Tribuna di Treviso l’uomo che ha un passato anche da assessore a Galliera Veneta. Decisivo per la sua denuncia è stato il compagno, come lui stesso ha confessato. “Lui mi ha aiutato in questo percorso. Da nove anni è il mio marito e il mio compagno di vita, è grazie a lui se ho trovato la forza di rivelare questi fatti. Siamo arrivati a un punto decisivo della nostra vita e di fronte a scelte importanti (un’adozione), non potevamo sopportare insieme questo fardello” ha spiegato il 49enne.

A spingerlo a denunciare tutto pubblicamente anche l’assoluta indisponibilità della Curia locale ad ascoltare le sue parole e le presunte minacce dei preti accusati. “Nonostante i 29 anni trascorsi, questi preti che hanno abusato sessualmente di me mi scrivono e o mi fanno arrivare messaggi da uomini della Curia: “Se parli sei morto” ha rivelato infatti il docente di filosofia. La missiva con le accuse sarebbe stata inviata alla Curia trevigiana una prima volta a Natale ma nessuno avrebbe risposto. Alla seconda lettera erano stato organizzato un incontro col vescovo che però è saltato spingendo Cecchin a denunciare tutto pubblicamente.

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