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A 67 anni le comunicano che ha ottenuto il posto fisso ma la docente precaria è già in pensione

“Mi sento beffata e mi dispiace per i giovani che iniziano adesso e non hanno la certezza della sistemazione della loro carriera” ha raccontato la donna ormai ex insegnante di diritto di Massa Carrara che all’età di 67 anni ha avuto la comunicazione che era stata ufficialmente assunta in ruolo dal suo vecchio istituto.
A cura di Antonio Palma
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Quella comunicazione che le annunciava il tanto desiderato posto fisso a scuola l’aveva attesa per anni ma, quando finalmente è arrivata, l’insegnante di diritto non ha potuto affatto gioire perché ormai è già in pensione dopo oltre venti anni di precariato. È quanto accaduto a Paola Fortunati, ormai ex insegnante di diritto di Massa Carrara che all’età di 67 anni ha avuto la comunicazione che era stata ufficialmente assunta in ruolo dal suo vecchio istituto. “Mi sento beffata e mi dispiace per i giovani che iniziano adesso e non hanno la certezza della sistemazione della loro carriera” ha raccontato la donna al quotidiano La Nazione.

Per la donna in effetti si tratta di una vera e propria beffa perché quel contratto avrebbe dovuto firmarlo l’anno scorso ma per una serie di problematiche è arrivato solo ora quando ormai lei ha raggiunto l’età pensionabile. “I posti che vengono assegnati in queste settimane dovevano essere dati lo scorso anno. Nel frattempo, però ho raggiunto l’età pensionabile e quindi sono stata messa a riposo appena compiuti gli anni. Per una manciata di mesi non sono riuscita a firmare quel benedetto contratto a tempo indeterminato” ha spiegato infatti la 67enne.

“Ho vinto ben due concorsi, quello del 2016 e quello del 2018 ma per via dei genitori anziani, non potevo spostarmi fuori dalla provincia così chi invece poteva, naturalmente, ha ottenuto il ruolo più velocemente di me ma è sconcertante ottenere il ruolo dopo essere andata in pensione” ha rivelato la donna, aggiungendo: “Non credo di aver fatto meno dei docenti assunti a tempo indeterminato”. Per lei si tratta anche di un danno economico non di poco conto vista la differenza di pensione tra una precaria e una insegnante di ruolo. “C'è una grande differenza tra la legge scritta e quella applicata dagli uomini, per me si è trasformata in un paradosso, ma il mio è solo uno dei tanti casi di un sistema che purtroppo non funziona" ha concluso.

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