A 23 anni chef per 200 euro, la denuncia di Yuri Zaupa: “Sono andato via, mi hanno dato del traditore”

Yuri Zaupa, 23 anni, sarebbe uno dei "giovani che non vogliono lavorare" secondo imprenditori quali Alessandro Borghese e Flavio Briatore che qualche mese fa avevano puntato il dito contro i "ragazzi che non vogliono sacrificarsi".
In realtà, al netto dei suoi 23 anni, lo chef di un ristorante di lusso veneto si è sacrificato anche troppo. Zaupa ha raccontato la sua pessima esperienza nelle cucine di un locale rinomato aperto lo scorso anno.
"Per primi quattro mesi – ha spiegato – decido di accettare un contratto ridicolo: 16 ore part-time, nonostante il mio monte ore settimanale si aggirasse intorno alle 80.
Stringo i denti e mi faccio prendere dalla novità: il posto mi piace e acconsento alle condizioni del titolare". Condizioni che non sono migliorate neppure in seguito. Da gennaio a giugno 2022, Zaupa viene pagato 100-200 euro al mese.
"Una situazione inaccettabile. La stessa passione che mi ha accecato per sei mesi senza una busta paga mi ha portato a cercare lavoro altrove. Immaginate la faccia del titolare quando ho detto che me ne sarei andato via. Ha detto che si sentiva tradito, preso per i fondelli e che i giovani sono inaffidabili.
Queste sono le parole esatte uscite dalla sua bocca: "Borghese ci ha visto lungo: giovani non hanno voglia di lavorare". Dopo questa esperienza, io sicuramente ne ho persa un po'".
Il sogno di Yuri è quello di aprire un ristorante dove insegnare ad altri aspiranti chef l'arte della cucina. Nonostante la brutta esperienza, il 23enne non si è arreso: dopo aver detto addio al locale vicentino è stato assunto da un altro ristorante stellato di Venezia.
"Finalmente ho un contratto che viene rispettato – spiega – e uno stipendio dignitoso, ma non posso dimenticare la brutta esperienza da poco conclusa".
Secondo quanto raccontato dal giovane, il titolare del locale aveva promesso un'assunzione a tempo pieno dopo i primi mesi di prova.
"Ha detto che avrebbe pagato interamente il mio lavoro: io ero lo chef, mi affidava l'intera cucina ma non faceva altro che approfittarsi di me. A giugno, invece di stabilizzare la mia posizione, mi ha proposto un contratto a chiamata. Ho deciso che era finita".