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Arrestato in Puglia il genero di Riina, deve scontare una condanna per truffa

Antonino Ciavarello, marito della figlia maggiore del boss di Cosa nostra, è stato condannato per una truffa compiuta nel 2009 a Termini Imerese.
A cura di Antonio Palma
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Nuovi guai giudiziari per Antonino "Tony" Ciavarello, marito della figlia maggiore del boss di Cosa nostra Totò Riina morto due settimane fa a Parma. Nella mattinata di venerdì, infatti, i carabinieri della stazione di San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi, hanno arrestato il genero del capomafia Corleonese notificandogli un ordine di esecuzione pena ai Domiciliari. L’uomo, che con la moglie Maria Concetta Riina vive nel Comune pugliese da diversi anni, è stato condannato dal Tribunale di Palermo per una truffa compiuta nel 2009 a Termini Imerese.

L'arresto è una nuova tegola per Ciavarello che nelle settimane scorse aveva lanciato un appello online chiedendo ad amici e conoscenti di aiutarlo a causa di ristrettezze economiche improvvise  dovute ai sequestri della magistratura. "Ciao a tutti, purtroppo devo chiedere aiuto a tutti quelli che possono darmi una mano, vi prometto che appena mi rimetto in sesto con il lavoro restituirò tutto a tutti o faremo beneficenza per altri bisognosi", aveva scritto l'uomo dopo il sequestro dei suoi beni nell'ambito di un’operazione della squadra mobile di Palermo. "Non so delinquere, chi può mi aiuti, ho tre bambini, cerco lavoro ma nessuno me ne dà, per favore datemi una mano, grazie e che Dio vi Benedica", aveva aggiunto facendo partire anche una raccolta fondi.

Il genero di Totò Riina in Puglia si era costruito una nuova vita con varie attività imprenditoriali apparentemente lontane dagli affari criminali, ma in estate la Dda gli ha sequestrato beni, attività e conti per un valore pari a un milione e mezzo di euro considerati dagli inquirenti come parte del "tesoro di famiglia" dei Riina. Per la magistratura palermitana, infatti, è probabile che il capitale d'avvio delle imprese sia originato dalle fortune del suocero. Una decisione bollata come un accanimento giudiziario da parte di Ciavarello che lamenta di essere finito sul lastrico.

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