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Apprendistato, cosa cambierà con la riforma del lavoro

Il contratto d’apprendistato rappresenterà il principale canale d’accesso dei giovani al mercato del lavoro. Riguarderà i giovani di età inferiore ai 29 anni e durerà al massimo 3 anni.
A cura di Alfonso Biondi
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Il contratto d'apprendistato rappresenterà  il principale canale d'accesso dei giovani al mercato del lavoro.

Uno degli obiettivi principali della riforma del lavoro voluta dal governo Monti è stato quello di mettere ordine in quella che la Cgil ha definito una vera e propria "giungla contrattuale", composta da ben 46 tipologie di contratti. L'azione dell'esecutivo, in tal senso, intende scoraggiare il precariato cronico, colpendo quella che il Ministro Fornero ha definito più volte "flessibilità malata". Ecco quindi che il lavoro precario costerà di più alle imprese, sarà meno conveniente e, di fatto, più rigido a livello normativo. Il contratto "dominante", come ha spiegato il Ministro del lavoro, sarà quello a tempo indeterminato. Il canale principale attraverso cui i giovani accederanno al mercato del lavoro, invece, sarà il contratto di apprendistato. Ed è su questa tipologia contrattuale che vogliamo soffermarci.

Il contratto d'apprendistato oggi- Oggi il contratto d'apprendistato si configura come una tipologia contrattuale destinata ai giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni, che prevede retribuzione e formazione professionale. Si tratta dell'unico contratto di lavoro con funzione formativa ed è disciplinato dal decreto legislativo 276 del 2003. Il rapporto tra le parti comporta l'onere per il datore di lavoro di trasmettere al lavoratore un'effettiva formazione professionale, sia mediante il trasferimento di competenze tecnico-scientifiche sia mediante l'affiancamento pratico per l'apprendimento di abilità operative. Per il lavoratore è comunque prevista una retribuzione per il lavoro svolto. Il carattere formativo del contratto obbliga il datore di lavoro ad allegare un Piano formativo individuale al contratto di lavoro stipulato. Il numero degli apprendisti assunti non può superare quello dei lavoratori dipendenti qualificati effettivi. Il rapporto di lavoro ha una durata massima di 3 anni, a seconda del settore e della qualifica del lavoratore.

L'apprendistato previsto dal nuovo piano Fornero- Il Ministro Fornero, nella conferenza stampa di ieri sera, ha ribadito che, a seguito del varo della riforma del lavoro, il contratto "dominante" sarà quello a tempo indeterminato. Per quanto riguarda l'ingresso nel mondo del lavoro, l'obiettivo dell'esecutivo è quello di rafforzare il contratto di apprendistato, rendendolo, di fatto, il contratto principale di ingresso nel mercato del lavoro. Uno scopo che il governo cercherà di realizzare anche scoraggiando le tipologie contrattuali più "precarizzanti", delle quali le aziende si servono spesso, soprattutto nei confronti dei giovani. Il Ministro del lavoro ha posto l'accento sull'importanza che la formazione rivestirà nel contratto di apprendistato, così da fornire al lavoratore "un apprendistato serio" in grado di formarlo, e non un "para-apprendistato interpretato solo come una modalità per avere un'entrata flessibile". L'apprendistato sarà riservato a giovani di età inferiore ai 29 anni e non potrà durare più di 3 anni. L'esecutivo starebbe poi pensando a una sorta di certificazione per il lavoratore, nel caso quest'ultimo non venga confermato al termine del contratto: "Si potrebbe pensare- ha dichiarato la Fornero- a una certificazione delle competenze professionali che ha acquisito, in modo che se non è confermato possa spenderle altrove".

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