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Anziano decapitato mentre era vivo. L’autopsia: “Ha cercato di difendersi dal killer”

I risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Albano Crocco non lasciano spazio al dubbo: il 68enne genovese sarebbe stato ucciso con un’arma affilata che gli ha tranciato via la testa mentre la vittima tentava di difendersi dall’aggresione. Per l’omicidio è indagato Claudio Borgarelli, il nipote.
A cura di Biagio Chiariello
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Arrivano esiti scioccanti dall’autopsia sul corpo di Albano Crocco: l'ex infermiere di 68 anni dell'ospedale San Martino in pensione, andato nei boschi per funghi e ucciso. Innanzitutto l’uomo sarebbe stato decapitato quando era ancora vivo, dopo essere stato raggiunto da un colpo di fucile da caccia. Il pensionato di Lumarzo sarebbe stato ucciso con un'arma affilata che gli ha tranciato via la testa, mentre tentava di difendersi dall'aggressione. Lo dimostrano due, forse più tagli alla mano destra che gli hanno amputato parte delle dita. L’esame autoptico ha anche stabilito che ad uccidere il cercatore di funghi è stato un destrimano, con ogni probabilità la stessa persona che in precedenza gli aveva sparato.

All’autopsia di ieri ha partecipato anche il perito scelto da Claudio Borgarelli, il nipote, indagato dalla procura di Genova nell’inchiesta sull’omicidio. Ora si attendono i risultati degli esami tecnici come lo stub fatto su Borgarelli, cioè il test che dovrebbe rilevare tracce di uno sparo addosso a chi ha premuto il grilletto. A tal proposito, i carabinieri hanno chiesto al Ris, un esame sul revolver sequestrato in casa dell’uomo. Stando alla dinamica dell’omicidio, il killer avrebbe poi trascinato il cadavere di Crocco per un centinaio di metri per poi gettarlo nel dirupo nei boschi di Lumarzo, dove è stato trovato. Gli investigatori, lungo il sentiero, hanno ritrovato anche il portafoglio e il cellulare dell’uomo, oltre ad evidenti tracce di sangue.

Il nipote ora risulta indagato. In passato, per sua stessa ammissione, Borgarelli ha detto che con lo zio c’erano state liti su alcune questioni legate a del materiale illegale che Crocco aveva lasciato nel bosco. Borgarelli però non è l'unico sospettato. Le attenzioni degli investigatori si concentra anche su altri due soggetti che avrebbero avuto discussioni con la vittima e che presenterebbero un ‘profilo’ compatibile con l’assassino, ovvero qualcuno che abbia confidenza con grosse armi da taglio.

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