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Andrea, violentata alla fermata dell’autobus: “Ho finto di essere morta per sopravvivere”

Andrea Sicignano, studentessa di origine americana di 27 anni, ha raccontato su Facebook, con tanto di foto choc, la violenza subita qualche notte fa presso una stazione di autobus di Madrid, dove si è trasferita da sei mesi. “Quello che mi è successo è reale, può succedere a chiunque e continuerà a succedere. Ma non lascerò che questo distrugga il mio spirito, la mia indipendenza come donna”.
A cura di Ida Artiaco
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"Quello che mi è successo è reale, può succedere a chiunque e continuerà a succedere". Con queste parole Andrea Sicignano, studentessa di origine americana di 27 anni, ha raccontato in un lungo post su Facebook la violenza di cui è stata vittima lo scorso 19 dicembre mentre si trovava in una stazione degli autobus di Madrid, in Spagna, dove si è trasferita per motivi di studio circa 6 mesi fa. Lo ha fatto mostrando anche i segni, ben visibili, di quello che aveva subito e le sue foto sono state condivise migliaia di volte in tutto il mondo.

E' successo una sera, dopo che aveva assistito con un amico ad un spettacolo di flamenco. Quando si sono salutati, comincia a raccontare Andrea, forse per aver bevuto qualche bicchiere di troppo "io ho preso un autobus sbagliato, sono arrivata alla fine della linea in un zona sconosciuta. A quel punto sono scesa e mi sono seduta su una panchina della stazione e sono rimasta a pensare cosa fare, era l'ultima corsa. Tutti i mezzi pubblici a quell'ora erano fermi. Un uomo che era sullo stesso autobus mi ha visto sconvolta e si è accorto che mi ero persa. A quel punto si è seduto accanto a me e mi ha offerto aiuto. Erano le 4 del mattino, e io non sapevo come fare,  mi ha rassicurato. E poi mi ha detto che mi avrebbe portato a casa".

Poi, all'improvviso, lui è diventato violento. "Non passava nessuno, ho cercato di respingerlo con tutte le mie forze, ho tentato di prendere il cellulare nella borsa – continua ancora la 27enne -. Mi ha colpito al volto con un pugno, ero tramortita e non potevo più urlare. Ero ricoperta di sangue e non vedevo nulla. Ero sicura che mi avrebbe ucciso, mi ha violentato. Ma io ho finto di morire. Non so quanto tempo sia passato, quando ho riaperto gli occhi era sparito". A quel punto è riuscita a chiamare la polizia, dopo aver chiesto aiuto al passeggero di una vettura di passaggio nella zona. Gli agenti dopo 24 ore sono riusciti a fermare l'aguzzino di Andrea.

"Ora ci sarà un processo, ma intanto è dietro le sbarre e ci resterà fino a quando non salirà  sul banco degli imputati, ha concluso la ragazza, che lascia un insegnamento: "Per favore, chiunque abbia una madre, una sorella, una moglie, un’amica, la abbracci forte. Quello che mi è successo è reale, può succedere a chiunque e continuerà a succedere. Ma non lascerò che questo distrugga il mio spirito, la mia indipendenza come donna. Non possiamo vivere nella paura, non dobbiamo lasciare che il male vinca. Sono fortunata di poter essere qui ancora a raccontare questa storia. Avrebbe potuto finire molto peggio. E questo, non deve più accadere".

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