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Amianto nel motoscafo dell’hotel dei vip a Venezia, pilota muore di tumore: risarcita famiglia

Per la perizia anche una minima quantità di amianto è letale se l’esposizione è prolungata nel tempo come accaduto alla vittima, pilota di motoscafo in un hotel di lusso di Venezia per oltre trenta anni. Il Tribunale ha condannato la società che amministra l’albergo a pagare un risarciremo danni alla famiglia per la sofferenza della vittima pari a 165 mila euro.
A cura di Antonio Palma
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Per decenni aveva accompagnato vip da ogni parte del mondo sul motoscafo dell'hotel a 5 stelle di Venezia di cui era dipendente ma non sapeva che in alcuni parti di quel natante si nascondeva amianto che infine gli è stato fatale. L'uomo, dopo aver trascorso sul motoscafo gran parte della sua vita lavorativa di oltre trent'anni, dal 1970 al 2003, infatti è morto nel 2013 a 72 anni a causa di mesotelioma pleurico che ha costretto a un lungo calvario. Per usto ora il Tribunale di Venezia ha condannato la società che amministra l'albergo di lusso, l'hotel Cipriani, a pagare un cospicuo risarciremo danni alla famiglia dell'uomo pari a 165 mila euro per la sofferenza della vittima prima della sua morte.

Il decesso dell'uomo, pilota del motoscafo incriminato, risale al 2016. I figli e la moglie, poi deceduta anche lei, avevano deciso di citare in giudizio l'albergo sostenendo che la malattia era direttamente collegata a quella vita vissuta sul motoscafo. La perizia tecnica eseguita nel corso della causa gli ha dato ragione stabilendo che sul natante era presente l'amianto, sia nel motore sia in altre parti, a cui l'uomo è rimasto esposto non solo quando conduceva la barca per trasportare gli ospiti dell'albergo ma soprattutto durante i piccoli interventi di manutenzione a cui era addetto. La perizia ha stabilito che vi era un modesta quantità di amianto ma sufficiente a provocare la malattia, molto più comune e tristemente nota in ambito industriale, proprio per il tempo trascorso a bordo da parte dell'uomo.

Lo stesso lasso di tempo intercorso tra prima esposizione e malattia, ben 42 anni, è stato ritenuto in linea con i lunghi tempi di latenza del mesotelioma. Accertato quindi il nesso di causa tra l'esposizione e il decesso, il giudice ha stabilito il danno. "La società non ha provato di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno", spiega la sentenza, ricordando che la stessa difesa dell'hotel "poggia sull'assenza di amianto", quindi "vi è da ritenere che la società non abbia mai dato peso, né preso in considerazione tale rischio". Ora i figli della vittima hanno deciso di avviare una causa civile contro l'hotel per chiedere un risarcimento anche per i danni da loro patiti.

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