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“Ambulanza della morte” a Catania, uccide malati per “venderli” alle onoranze funebri

L’accusa contestata a un uomo ritenuto vicino alla mafia catanese e arrestato dai carabinieri di Paternò. Avrebbe ucciso tre persone anziane e malate (ma si indaga su 50 casi) iniettando dell’aria nelle arterie per potere poi offrire ai familiari i servizi a pagamento di onoranze funebri ottenendo in questo modo un “regalo” di 300 euro.
A cura di Susanna Picone
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In ambulanza avrebbe ucciso tre persone anziane e malate iniettando dell’aria nelle arterie per potere poi offrire ai familiari i servizi a pagamento di onoranze funebri ottenendo in questo modo un “regalo” di 300 euro. È l’accusa contesta a una persona di quarantadue anni che è stata arrestata dai carabinieri di Paternò per omicidio volontario in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Gip di Catania su richiesta della locale Procura. La persona arrestata nell’ambito dell'inchiesta denominata “Ambulanza della morte” sarebbe vicina al clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello. Nel provvedimento del Gip si sottolinea come l’indagato abbia commesso i reati “con l'aggravante di aver agevolato le attività illecite sia dell'associazione di tipo mafioso operante in Biancavilla e storicamente denominato clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello, sia dell'associazione di tipo mafioso operante in Adrano denominato clan Santangelo”. L'indagine costituisce naturale prosecuzione di indagini dei carabinieri disposte dalla Procura di Catania su Biancavilla.

Inchiesta aperta dopo le rivelazioni di un collaboratore di giustizia – L'inchiesta sui malati terminali uccisi in ambulanza e sulla “vendita” delle vittime per 300 euro ad agenzie di onoranze funebri è stata avviata dalla procura di Catania dopo le dichiarazioni di un pentito al programma televisivo “Le Iene”. Secondo il collaboratore di giustizia, le morti avvenivano durante il trasporto dall'ospedale di Biancavilla a casa dei pazienti ormai in fin di vita. Secondo questa ricostruzione il malato terminale tornava a casa e “siccome sarebbe deceduto lo stesso, gli iniettavano dell'aria nel sangue, e il malato moriva per embolia” e i familiari non se ne accorgevano. Poi, approfittando del momento di dolore, proponevano l’intervento di una agenzia di onoranze funebri che poi “faceva un regalino”. “La gente non moriva per mano di Dio”, spiegò insomma il collaboratore, ma per “guadagnare 300 euro, invece di 30 o 50”. I casi sarebbero iniziati nel 2012, all'insaputa dei vertici dell'ospedale e dei medici. Il pentito sostiene che “erano i boss a mettere gli uomini sull'ambulanza” e che i “soldi andavano all'organizzazione”.

Indagini su altri 50 decessi – Le vittime accertate sono una donna e un uomo molto anziani, e un 55enne deceduto nel 2015. I tre omicidi sarebbero stati commessi, uno l'anno, dal 2014 al 2016. Ma sono oltre 50 i casi all'attenzione della Procura distrettuale di Catania di decessi avvenuti tra il 2012 e il 2016. Di questi una decina, secondo le indagini dei carabinieri, hanno “una maggiore pregnanza”, ma appunto soltanto tre sono al momento i decessi portati all'attenzione del Gip che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Lo ha detto il procuratore aggiunto Francesco Puleio.

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