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La mamma ha un malore, affida l’edicola a un’amica: multa di 4mila euro dalla Guardia di Finanza

Un’edicolante romagnola ha dovuto pagare una multa di 4mila euro per aver chiesto a un’amica di restare nella sua edicola qualche ora, il tempo di accertarsi delle condizioni della madre vittima di un malore.
A cura di Davide Falcioni
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Qual è il limite tra legalità e buon senso? E soprattutto ci sono casi in cui è opportuno chiudere un occhio e lasciar correre una situazione non del tutto legale? A Gambettola, in provincia di Forlì Cesena, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno denunciato per lavoro nero Alessandra Foschi, un'edicolante che qualche mese fa ha lasciato l'attività per qualche ora a un'amica per badare alla madre, vittima di un improvviso malore all'età di 73 anni. La donna ha chiamato la conoscente chiedendole di tenere aperto il negozio per il tempo necessario a recarsi dall'anziana mamma e accertarsi delle sue condizioni di salute. Proprio durante la sua assenza le Fiamme gialle fanno visita all'edicola e, non trovando la titolare, la multano per "lavoro nero".

La donna che aveva sostituito Alessandra per sopperire all'emergenza era stata considerata dagli uomini della guardia di finanza come una lavoratrice abusiva, cioè sfruttata. Per questo è scattata una pesante multa: la titolare dell'edicola ha potuto scegliere tra 4mila euro subito oppure 2mila euro mettendo in regola l'amica per tre mesi. "Non volevo chiudere l'edicola – racconta lei – e creare disagi ai clienti, così ho chiamato un'amica per raggiungere mia madre a casa. L'hanno beccata mentre riceveva soldi per un quotidiano e l'hanno considerato lavoro nero. Ci hanno mandato tutte e due in caserma, ho spiegato le mie ragioni e per tutta risposta loro mi hanno detto di fare ricorso".

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