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Abolizione dell’ora legale, il Parlamento europeo dice di no: “Richiesta rigettata”

Rigettata la richiesta di abolizione dell’ora legale da Strasburgo, presentata da alcuni deputati del Nord e Est Europa, perché “turbare due volte all’anno l’orologio interno degli individui porta danni alla salute”. La polemica del leghista Ciocca in aula: “Discussione inutile, pensino ai 5 milioni di poveri che abbiamo in Italia”.
A cura di Ida Artiaco
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Angelo Ciocco, europarlamentare Lega.
Angelo Ciocca, europarlamentare Lega.

L'ultima domenica di marzo torneremo a posizionare le lancette dei nostri orologi un'ora avanti. Il Parlamento europeo ha infatti rigettato negli ultimi minuti la richiesta, avanzata da alcuni eurodeputati, a maggioranza provenienti dai Paesi del Nord e dell'est Europa, di abolizione dell'ora legale. Strasburgo ha infatti approvato la risoluzione, ma modificata con alcuni elementi che ne ha ridotto di molto la portata: non si chiede più alla Commissione Ue l'annullamento del "cambiamento semestrale" di orario, ma solo di studiare la questione ed eventualmente "proporre una modifica" della direttiva del 2000 che regola l'alternanza tra ora solare e legale nel Vecchio Continente.

La richiesta alla Commissione: "Studi più approfonditi"

Gli eurodeputati, inoltre, hanno profondamente smorzato anche altre parti del testo. In particolare è scomparso il "considerando" in cui si assicurava che "numerosi studi scientifici" non sono riusciti "a dimostrare alcun effetto positivo del cambiamento semestrale dell'ora e, al contrario, hanno segnalato l'esistenza di effetti negativi" sulla salute, l'agricoltura e la sicurezza stradale. Questo paragrafo è stato sostituito con un altro assolutamente neutro: gli studi "non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive". D'altronde, era proprio questo il cuore della richiesta: seppellire l'ora legale, che ci fa vivere da fine marzo a fine ottobre secondo ritmi che non sarebbero rispettosi di quelli circadiani, perché "turbare due volte all'anno l'orologio interno degli individui porta danni ai cittadini", come aveva affermato in conferenza stampa la finlandese Heidi Hautala alla vigilia del voto. Cadendo questo presupposto, è venuta meno l'intera richiesta.

La polemica del leghista Ciocca: "Discussione inutile che costa agli italiani 250mila euro"

In aula a Strasburgo non sono mancate le polemiche prima del voto. Tra queste, si segnala quella del leghista Angelo Ciocca, che si è presentato con un grande orologio tondo durante la discussione per decidere se abolire o meno l'ora legale. "Il Parlamento europeo perde tempo ad occuparsi di queste questioni. Propongo di spostare le lancette del mio maxi-orologio indietro di un'ora così da far risparmiare ai cittadini italiani ed europei 250mila euro che ci è costato e ci costa questa inutile discussione", ha dichiarato il deputato. Che ha poi rincarato la dose: "Tutti i cittadini si aspettano che un'aula importante come quella del Parlamento europeo si occupi dei 5 milioni di poveri italiani, dei 4 milioni di disoccupati o del drammatico problema dell'invasione clandestina e invece, in modo ridicolo, siamo qui per decidere se abolire o non abolire l'ora legale. Dovremmo restituire i soldi che facciamo sprecare ai nostri cittadini per questa inutile discussione".

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