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A Verona la Lega vuole approvare due mozioni contro il diritto di aborto

A Verona è battaglia in consiglio comunale per la discussione di due mozioni di chiaro stampo anti-abortista. Possibile: “Gli amici del ministro alla Famiglia, Lorenzo Fontana, sono entrati in azione, cercando l’assalto al diritto dell’aborto. Vogliono colpire la legge 194”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si fanno sentire i primi effetti del governo giallo-blu e dell'indirizzo del ministro leghista Lorenzo Fontana. A Verona, città in cui Fontana ha ricoperto l'incarico di vice-sindaco, è battaglia in consiglio comunale per la presentazione di due mozioni, entrambe di chiaro orientamento anti-abortista.

Ieri durante il consiglio comunale della città veneta si sono discusse le proposte dei consiglieri leghisti Alberto Zelger e Anna Grassi, in occasione dei 40 anni della legge 194. Probabilmente le due mozioni saranno rinviate a settembre. All'ordine del giorno c'era anche l'approvazione dei progetti "Gemma" e "Culla segreta": il primo servirebbe a dare un contributo alle mamme in difficoltà, per evitare che si sentano "costrette" a interrompere la gravidanza per mancanza di risorse economiche; il secondo servirebbe invece per favorire le adozioni in anonimato dei bambini che altrimenti verrebbero abortiti. Dal forte sapore ideologico poi la proposta di proclamare Verona "città a favore della vita".

Ma andiamo con ordine. La mozione Zelger, firmata anche da sindaco di Verona Federico Sboarina, parte da un presupposto: "La legge 194 si proponeva di legalizzare l'aborto in alcuni casi particolari (violenza carnale, incesto, gravi malformazioni del nascituro etc.) e di contrastare l'aborto clandestino, mentre ha contribuito ad aumentare il ricorso all'aborto quale strumento contraccettivo e non ha affatto debellato l'aborto clandestino", recita il testo. Il contenuto della seconda mozione è invece quello di "promuovere sul territorio comunale un'adeguata celebrazione della ‘Giornata internazionale dei bambini mai nati' prevista il 15 ottobre", ma anche di "individuare uno spazio adeguato per la sepoltura dei ‘bambini mai nati' in prossimità del monumento omonimo, già presente nel Cimitero monumentale di Verona". Una sepoltura che, come sottolineano le attiviste di "Non una di meno – Verona", avverrebbe anche senza il consenso delle mamme. Secondo l'associazione queste mozioni sono il risultato di un percorso che viene da lontano: "Le mozioni vengono presentate come una tutela e un incentivo alla maternità. In realtà servono a finanziare i progetti e quei movimenti cattolici integralisti che sono esplicitamente contro il diritto di aborto, per minare la libertà di scelta delle donne. Non dimentichiamo che quest'amministrazione ha ospitato il primo festival nazionale di ProVita". Attraverso una campagna nazionale "Non una di meno", presente durante la riunione del consiglio comunale per monitorare la situazione, ha lanciato l'hashtag "#194nonunpassoindietro".

Cosa è successo durante il consiglio comunale: il saluto romano del consigliere

"Durante la discussione, dal loggione, abbiamo deciso di mettere in scena, così come già avvenuto in molte altre città e paesi, una protesta silenziosa e pacifica, il cui messaggio era trasmesso dall’abbigliamento: alcune di noi si sono presentate nell’aula indossando vestiti simili a quelli della serie tv The Handmaid’s Tale, cioè tuniche e mantelli rossi e copricapi bianchi. Nella serie, le donne vestite in questo modo vivono come schiave sessuali e incubatrici viventi". A raccontarlo, in una nota sono state le stesse attiviste di "Non una di meno".
Secondo la ricostruzione, davanti alla protesta il consigliere di maggioranza Andrea Bacciga (che appartiene al movimento Battiti, fondato dall’attuale sindaco di Verona Federico Sboarina e sostenuto dai movimenti integralisti cattolici e di estrema destra) Si è rivolto verso le donne con il braccio alzato, facendo il saluto romano. Alcuni tra gli astanti hanno sollecitato l'intervento del presidente del consiglio Ciro Maschio di Fratelli d'Italia. Maschio ha dichiarato però di non aver visto nulla e di non poter dunque interrompere la seduta. La bagarre in Aula ha richiesto dunque l'intervento delle forze dell'ordine, che hanno filmato le attiviste, invitandole a toglierei mantelli rossi e trattenendone alcune per l'identificazione.
Il consiglio comunale è stato quindi interrotto per una ventina di minuti. Alla ripresa dei lavori il consigliere Bacciga ha spiegato: "Io stavo entrando, ho salutato in questa maniera qua delle persone con la mano destra, ma se è proibito salutare con la mano destra ditemelo, evidentemente siamo in un regime che dovrò salutare con il pugno chiuso. Io ho salutato con la mano destra, se volete tagliarmi la mano destra fatelo".

Possibile contesta le mozioni contro il diritto di aborto

"In un clima di tensione la civilissima protesta di Nonunadimeno è stata ‘salutata' dal consigliere Bacciga con un saluto romano all'indirizzo delle attiviste vestite da ancelle. Il presidente del Consiglio comunale, però, na preferito non rilevare il gesto, chiedendo di andare avanti. In Italia si fanno i saluti fascisti nell'aula consiliare come se fosse una cosa naturale. Continueremo a essere al fianco di chi si batte per i diritti delle donne e contro il fascismo. A Verona e in tutto il Paese", ha commentato la segretaria di Possibile Beatrice Brignone.

"Gli amici del ministro alla Famiglia, Lorenzo Fontana, sono entrati in azione a Verona, cercando l'assalto al diritto dell'aborto. Il consiglio comunale veronese discuterà infatti due mozioni che vanno nella stessa direzione: colpire la legge 194. La prima mozione vuole dare ampio spazio alle associazioni cattoliche che vogliono contrastare l’aborto libero e gratuito, mentre la seconda chiede la sepoltura dei bambini mai nati senza il consenso della donna coinvolta. Siamo al fianco di ‘Non una di meno' in questa battaglia culturale per tutelare una conquista ottenuta 40 anni fa", ha dichiarato in una nota il fondatore di Possibile Pippo Civati.
"L'amministrazione Sboarina a Verona  vuole realizzare con questa operazione le prove generali per l'attacco frontale alla legge che norma l'interruzione di gravidanza. Una stagione di oscurantismo e di negazione dei diritti, agognata dai settori più integralisti, che richiede la mobilitazione di tutti i cittadini. Quella maggioranza favorevole a salvaguardare la 194".

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