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A Pistoia una coppia gay può riconoscere un bimbo nato con fecondazione assistita

Anche a Pistoia il Comune ha autorizzato la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino nato da due mamme tramite la fecondazione assistita, applicando la legge 40 del 2004.
A cura di Annalisa Cangemi
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Anche Pistoia diventa family friendly. Il Comune ha dato il via registrazione dell'atto di nascita di un bambino nato da una coppia omogenitoriale, grazie alle tecniche di fecondazione assistita. Nessun atto rivoluzionario, il sindaco Alessandro Tomasi, come già in precedenza aveva fatto la sindaca di Torino Chiara Appendino, si è limitato ad applicare la legge 40 del 2004 sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma), che all'articolo 8 recita: "I nati a seguito dell'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia".

Il diritto del minore a essere riconosciuto prevale su tutto, come è chiaramente indicato dall'articolo 9, dove viene specificato che in caso di Pma, "il coniuge o il convivente il cui consenso è ricavabile da atti concludenti non può esercitare l'azione di disconoscimento della paternità", e poi, al comma successivo, si stabilisce che la madre "non può dichiarare la volontà di non essere nominata". Le trascrizioni al Comune insomma, per le famiglie Arcobaleno, sarebbe un diritto. La coppia è stata seguita dall'avvocata Federica Tempori, del Gruppo Legale dell'Associazione Famiglie Arcobaleno e dall'avvocato Vincenzo Miri di Rete Lenford.

Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, ha commentato così: "Una giornata davvero storica. Dopo la sentenza della Corte d'appello di Napoli (che aveva accolto la richiesta di stepchild adoption avanzata da due madri), il decreto del Tribunale di Pistoia conferma senza possibilità di dubbio che l'azione amministrativa di Sindaci e ufficiali di stato civile, da Torino in poi, era pienamente fondata e doverosa questa sentenza ribalta infatti il diniego opposto dall'ufficiale di stato civile e ordina la formazione di un atto di nascita totalmente nuovo, che indica sin dall'inizio l'esistenza di due mamme".

Il presidente del Circolo Mario Mieli Sebastiano Secci, ha colto l'occasione per sollecitare l'intervento di sindaca di Roma Virginia Raggi: "Il comune di Roma e la sindaca Raggi continuano a non voler prendere una decisione in tema, condannando tanti bambini e tante famiglie a non avere riconoscimento. La sindaca ha il potere, come ufficiale di stato civile, e il dovere politico di dare indicazioni agli uffici affinché procedano alle iscrizioni. Il silenzio e la timidezza non possono più essere considerate neutralità, ma complicità con quelle forze politiche retrograde che vorrebbero le nostre famiglie invisibili. Raggi faccia una scelta di coraggio: prenda in mano la situazione e riconosca le nostre famiglie!".

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