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Pride a Budapest, tensioni al corteo: movimenti neofascisti in piazza contro la “propaganda Lgbt”

È il giorno del corteo per il pride a Budapest, in Ungheria, dove il governo di Viktor Orbàn ha dichiarato illegale tutta la “propaganda Lgbt”. La polizia ha garantito la sicurezza a una contromanifestazione lanciata da movimenti neofascisti. Che, ai microfoni di Fanpage.it, hanno detto che per il pride arriveranno “un sacco di terroristi antifascisti dalla Germania”.
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Il vento rinfresca la città investita, negli scorsi giorni, da un caldo rovente. Ma l’aria a Budapest oggi resta particolarmente pesante. Alle 11 di fronte al municipio della capitale ungherese c’era già un gruppo di neofascisti pronti a disturbare le attese 50mila persone che sfileranno nel pomeriggio per il trentesimo Pride della storia ungherese.

La parata dapprima era stata vietata dalla nuova legge contro la propaganda Lgbtq+, emanata dal presidente di estrema destra Viktor Orbàn, che prevede l’arresto degli organizzatori e multe fino a 500 euro per i partecipanti. Poi, è stata resa “perfettamente legale” dal sindaco liberale di Budapest, Gergely Karácsony, che ha aggirato il divieto rendendola un evento organizzato dal Comune. Tuttavia, la polizia nei giorni scorsi aveva dato ragione al bando deciso da Orbán, annunciando il divieto del corteo, ma garantendo sicurezza per la contromanifestazione dei movimenti neofascisti.

Infine, ieri la Corte suprema ha annullato il provvedimento della polizia. Se il Pride è autorizzato o meno resta un grande punto interrogativo, quello che è certo è che i gruppi neofascisti della città sono già pronti a rendere la manifestazione impossibile in ogni caso.

“Noi oggi abbiamo il diritto di manifestare, loro no, abbiamo il diritto di mostrare che la nostra nazione ne ha abbastanza della propaganda Lgbtq”, dichiara con voce ferma il leader del movimento di estrema destra, ultra nazionalista, chiamato “movimento giovanile delle 64 contee”. Gabor Kelemen, 36 anni, ha alle spalle una grossa bandiera nera e rossa con scritto: “Fedeltà, Coraggio, Fede”.

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“La propaganda Lgtbq è pericolosa a anche aggressiva”, continua, “oggi nel Paese ci saranno un sacco di terroristi antifascisti dalla Germania per attaccare le tradizionali radici dell’impero ungherese, nonché la legge odierna”.

Mentre parla ai microfoni di Fanpage.it, un fotografo viene fermato da un altro esponente del movimento ultraconservatore.

“Sei d’accordo con i nostri ideali?” Gli chiede l’uomo prima di spintonarlo via dal presidio. In poco tempo il fotografo viene raggiunto anche dalla polizia chiedendogli di allontanarsi.

Solo dopo Gulyas Miklos, questo il nome del fotoreporter, ci dirà di aver risposto “no” alla domanda del militante neofascista.

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La stessa cosa succederà al giornalista Végh Attila, della tv tedesca Blikk: “Ho chiesto se veramente la questione lgbtq sia il più grande problema in Ungheria in un momento in cui la democrazia è nulla. Loro mi hanno aggredito dicendo che non potevo fare questo tipo di domande, e hanno chiamato la polizia. Questo è il mio lavoro ma loro non me lo hanno fatto fare”.

Intanto nella piazza cominciano ad arrivare le prime bandiere arcobaleno, e fra qualche ora arriverà anche la delegazione italiana venuta per sfidare il no al Pride. Tra gli altri ci saranno la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader di Azione Carlo Calenda, il responsabile esteri di Italia viva Ivan Scalfarotto, fino alla coordinatrice diritti del M5s Alessandra Maiorino. È prevista anche che la partecipazione di oltre 70 eurodeputati e una delegazione di Amnesty International per monitorare che il diritto a manifestare venga rispettato anche nel paese più a destra dell’Unione Europea.

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