Tananai: “Dopo il primo Sanremo mi sono montato un po’ la testa. Bella Madonnina? Non è solo una canzone estiva”

Bella Madonnina è la nuova canzone di Tananai, uscita oggi in streaming e in radio; la canzone segue la pubblicazione della ballad Alibi. La canzone, come spiega lo stesso artista a Fanpage.it nasce da un ricordo, di quando, da ragazzino, si ritrovò da solo in Duomo a Milano e si ritrovò a parlare con la Madonnina, appunto. La canzone è un brano uptempo che benché non nasca come canzone estiva alla fine lo è diventata. A Fanpage Tananai ha raccontato della vita in periferia, la voglia di fuggire a Milano, ma anche dell'Università abbandonata, dell'urgenza di fare musica, del bisogno di staccare.
Come nasce Bella Madonnina?
Bella Madonnina nasce dal ricordo di una serata che feci da ragazzino in cui praticamente mi ritrovai solo, avevo perso tutti i miei amici – sì, siamo tutti molto particolari, quindi ci rendiamo conto a fine serata che non siamo più insieme – non avevo i soldi per il taxi e così, alle sei di mattina, mentre aspettavo la metro, ricordo di aver cominciato a parlare con quella Madonnina. Giuro, non ero alterato, semplicemente ero da solo.
Come si lavora rispetto ad altre canzoni a una canzone estiva?
Non mi approccio alla canzone estiva come una deadline. Scrivo tutto l'anno, faccio canzoni e poi succede che ne fai una particolarmente adatta al periodo e pensi che sia ottimo farla uscire d'estate, poi magari ne fai un'altra che ti piace ancora di più e quindi fai uscire quella.
Con Bella Madonnina, quindi, come è successo?
Questa canzone non l'ho scritta ultimamente, ce l'ho già da un pochino di tempo. Questa estate volevo divertirmi facendo uscire Bella Madonnina anche perché d'estate è molto importante – al di là della canzone in sé, ma visto che ci sono ci sono i tour, sei sempre in giro etc – portare qualcosa di frizzante, di divertente, proprio per potersi godere l'estate, che alla fine è bella per quello, perché stacchi un po'.
“Soffia un venticello in questa periferia, serata noiosa, voglio andarmene via”. Tu sei di Cologno, era così noioso? Come passavi le giornate?
Sì, era abbastanza noiosa, effettivamente. Poi se sei nell'hinterland milanese risulta quasi più difficilmente accessibile una città come Milano. Io ricordo che i miei amici non avevano mai voglia di andarci perché era un po' respingente se non eri proprio milanese.
Però c'era il mito della metropoli, la voglia di andarci.
Certo, ma in generale quella di conoscere nuove persone anche se, per quanto possa dirti che è noiosa, alla fine mi sono sempre trovato bene a Cologno, la sento la mia città quando ci torno lo faccio volentieri. È noiosa dal punto di vista di quantità di gente che puoi incontrare, alla fine sono sempre quelle le persone che incontri e io avevo voglia di conoscere più persone più che di fare particolare attività.
Sei uno di quelli salvati dalla musica?
Nooooo, ma che salvato! Piuttosto direi condannato dalla musica, non ho avuto un passato difficile, Cologno Monzese non è una città difficile, i posti difficili sono altri.
Ultimamente si porta citare i farmaci, come fai tu quando parli della Paroxetina: è qualcosa che ti serviva perché metricamente ci stava oppure ha un senso?
In realtà è una citazione a Charlie fa surf dei Baustelle, perché la vedevo abbastanza analoga come mood, poi sono un loro grande fan dei Baustelle e così ho colto l'occasione per infilarcene un po'.
Ricordo un’intervista al Corriere in cui a proposito dell’obesità dicevi: "Non direi bullismo, anzi, nulla in confronto ai tweet di Sanremo". La popolarità ha cambiato qualcosa rispetto all'hating?
In linea di massima penso che sia la legge dei grandi numeri, nel senso, se conosci dieci persone ci sta che stai sulle scatole a due, se ne conosci o ti conoscono 10.000 persone, ci sta che stai sulle scatole a 200 e così via.
Ti interessa ancora l'architettura?
Ma sì, finché non ne ho a che fare io – perché la rovinerei – mi interessa.
Però ho letto che non ti iscriveresti più.
No, per la questione tecnica, ci sono tutti quegli esami di matematica, tecnologia e materiali.
E cosa faresti?
Studierei quello ma senza le materie che non mi piacciono, non escludo comunque di tornare a studiare qualcosa.
Cosa?
Probabilmente filosofia, perché è qualcosa che mi interessa e credo che un percorso di studi riesca a indirizzarti in maniera più corretta rispetto al leggere un saggio di qua e uno di là. Per la narrativa e la letteratura, invece, ognuno può costruirsi il percorso che vuole.
Da artista molto popolare, che sta in studio, scrive etc, hai ancora il tempo per studiare, ascoltare le cose col tempo necessario?
In effetti è un po' più complicato, io credo di avere delle buone orecchie più che essere un grandissimo talento in altri in altri campi, quindi per me l'ascolto è fondamentale, quando scopro un artista che mi ispira sono la persona più felice del mondo, quindi necessita di un certo tipo di tempo: mentre prendi il van per andare da una parte all'altra ascolti, sì, ma fino a un certo punto. Ti toglie un filino di tempo però è una cosa che devi fare, che a me piace fare, mi piace sentirmi capito attraverso le canzoni da gente che non conosco.
E studiare canto, strumento?
Assolutamente, anche perché è molto importante, la roba del canto più che altro è fondamentale soprattutto se fai tour per capire come gestire le energie, la voce, perché se canti come canta al karaoke, fai una data e poi ciao.
Senti, qualche mese dicesti di dover capire se avevi ancora l'urgenza di fare musica: cos'è questa urgenza?
L'urgenza della musica è qualcosa di molto simile alla necessità di staccare la spina e poi riscoprirti attraverso le tue canzoni, cioè la mia urgenza è quella di fare musica perché facendolo non mi rendo conto dello scorrere del tempo.
In che senso?
A volte tendo a pensare troppo, a farmi mille paranoie, a bloccarmi e altre cose così, invece la musica mi aiuta a non farlo e a dare libero sfogo a quelli che sono dei miei pensieri e la mia visione del mondo e dell'amore. Però al contempo può essere un guinzaglio perché faccio un po' fatica a parlare con gli altri di me, così lo faccio attraverso la musica, benché non voglia rischiare di essere un membro funzionante della società solo perché la mia terapia è stata la musica.
E cosa vorresti?
Vorrei anche riuscire a parlare molto di più e riprendere la musica per come è nata, ovvero come un gioco e come momento per staccare la spina, non sentire il tempo e dare libero sfogo ai propri pensieri.
Ok, questo è quello che vorresti, ma materialmente come si trova il tempo per staccare nel mondo della discografia che non si ferma mai?
Dipende da quelle che sono le tue esigenze, se è quella di staccare non c'è nessuno che ci punta la pistola alla tempia, non c'è un dottore che ci ha prescritto di fare ‘sto mestiere, quindi sta a te decidere se prenderti il rischio di essere dimenticato. Però è molto importante ascoltarsi, quindi se vuoi staccare puoi farlo, le discografiche non sono questo padre padrone che si pensa. Si può fare tutto nella vita, quando hai la fortuna di fare un lavoro come il mio, di essere un privilegiato – perché godi di libertà personale, d'espressione ed economica -, penso sia doveroso capire che devi riconoscerlo e alleggerire tutto.
La musica non è anche un lavoro che richiede, oltre all'ispirazione, un impegno costante?
La musica è sicuramente un lavoro, però è un lavoro che nasce da una passione, di conseguenza devi metterci la testa, lo studio e l'impegno. Non è che mi piace fare tutto del mio lavoro, però è giusto anche così, più che altro perché ti insegna la disciplina, la resilienza, cose che non ho mai tastato in vita mia. In più ti aiuta anche a maturare come persona: ci vuole uno scontro, non è che puoi sempre stare con la testa per aria, altrimenti diventi vittima di te stesso.
Tu hai avuto la fortuna di poter sbagliare con Sesso occasionale al primo Sanremo e vivere il paradosso che quello sbaglio ti ha aperto una strada importante. Quella cosa ti ha tranquillizzato sull’errore oppure senti addosso come se quell’occasione te la sia già giocata?
Penso che mi abbia dato una libertà maggiore, sotto un certo punto di vista, poi è facile riderci su quando non hai niente da perdere, è un po' più magari difficile farlo quando hai costruito qualcosa che ti rende orgoglioso. Subentra quello che io non avevo mai avuto: lavoro con più persone, ci sono tutta una serie di dinamiche belle per cui subentra il concetto di cura, cioè devi imparare anche ad avere cura di queste fortune, non gettare tutto alle ortiche. Detto ciò non salviamo vite, quindi ogni errore è ben accetto, nella vita ti viene dato tanto e al contempo ti viene tolto tanto e prima fai pace con questa concezione meglio te la vivi e meglio fai vivere le persone che ti stanno a fianco.
Sembri sempre uno molto a posto, un bravo ragazzo che non s’è montato la testa. C’è stato un momento in cui hai detto “Calma, Albè”, a parte quando il tuo manager ti diceva Calmo Cobra?
Sì, sempre la prima estate dopo Sanremo, perché sfido io a non montarti un po' la testa. Poi non è che trattassi male le persone che mi stavano vicino, sono fondamentalmente un bravo ragazzo. Poi, magari, sono diventato un po' egoista in certi periodi, ero abituato che si parlava di me, anche quando vedevo i miei amici, e a un certo punto alcuni di loro mi hanno detto "Oh, hai rotto i coglioni!".
Come sono cambiati, se sono cambiati, i rapporti di amicizia dopo l'esplosione della popolarità?
All'inizio erano tutti gasati, prima di tutto perché fa ridere, poi perché paghi tu da bere, quindi son contenti. Poi i miei amici sono sempre stati delle persone interessate a me come persona e disinteressate da quello che facevo, non vivono per le stesse cose per cui vivo io, hanno tutti i propri percorsi, sono tutti realizzati o stanno cercando di realizzare qualcosa nella loro vita. Ho avuto la fortuna di non avere degli amici di yes man, quando dicevo una cavolata o mi comportavo un po' da stupido, me lo dicevano dritto in faccia, quella lì è una grande fortuna. Anzi, consiglio ai giovani artisti di non attorniarsi di yes men.
Si può fare ancora amicizia adesso che sei Tananai e non solo Alberto?
Tendo a non chiedermelo così tanto perché se no poi divento paranoico, diciamo che stai un filino più attento a capire se l'interesse delle persone che ti si avvicinano è genuino. Chiaro, la popolarità ti porta davvero a dovere essere un filino più attento se non vuoi circondarti di yes men, però alla fine noi le relazioni umane sono tutte comunque dettate da un certo interesse, no? Io ho un interesse per te perché ti stimo per il tuo lavoro, anche se non sei una una pop star e quindi c'è un qualcosa che mi spinge ad avvicinarmi a te. Vale anche nelle relazioni, c'è un'attrazione fisica, è tutta una questione di equilibri di potere, attrazione e repulsione. Però alla fine ho degli amici talmente belli che mi bastano e mi dedico a loro.
È vero che hai letto tutto Dostoevskij?
Penso di sì, credo di aver letto tutto.
Qualcun altro che di cui hai letto tutto?
Ho letto tanto di Houellebecq, anche se non credo tutto, tipo l'ultimo, qualcosa di Emmanuel Carrere, e un sacco di Geronimo Stilton.
Queste sono le date del CALMOCOBRA LIVE – ESTATE 2025
- Giovedì 19 giugno 2025 – ROMA – ROCK IN ROMA – Ippodromo delle capannelle
- Venerdì 4 luglio 2025 – TRENTO – Trento Live Fest
- Giovedì 10 luglio 2025 – COLLEGNO (TO) – Flowers Festival
- Venerdì 11 luglio 2025 – FERRARA – Ferrara Summer Festival
- Venerdì 18 luglio 2025 – SERVIGLIANO (FM) – Nosound Fest
- Sabato 19 luglio 2025 – FRANCAVILLA (CH) – Shock Wave Festival
- Venerdì 25 luglio 2025 – GENOVA – Balena Festival
- Martedì 5 agosto 2025 – LECCE – Oversound Music Festival – Le cave del duca
- Mercoledì 6 agosto 2025 – BARLETTA (BT) – Oversound Music Festival – Fossato del castello
- Venerdì 8 agosto 2025 – PALERMO – Dream Pop Festival – Velodromo Paolo Borsellino
- Sabato 9 agosto 2025 – CATANIA – Sotto il vulcano Fest – Villa Bellini
- Mercoledì 13 agosto 2025 – CINQUALE (MS) – Arena della Versilia
- Venerdì 5 settembre 2025 – MILANO – Milano Summer Festival – Ippodromo SNAI San Siro
- Sabato 13 settembre 2025 – CASERTA – Reggia di Caserta – Piazza Carlo Di Borbone – Un’Estate Da Belvedere