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Per il killer era “responsabile” dei danni alla figlia: cosa sappiamo del delitto del fisioterapista a Bari

Salvatore Vassalli, operaio incensurato di 59 anni, è stato arrestato per l’omicidio di Mauro Di Giacomo, assassinato la sera del 18 dicembre scorso mentre rincasava a Bari. Secondo l’accusa ha compiuto il delitto perché convinto che il fisioterapista avesse provocato una lieve disabilità (del 3%) ad un braccio a sua figlia per una manovra sbagliata.
A cura di Biagio Chiariello
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Mauro Di Giacomo
Mauro Di Giacomo

Salvatore Vassalli avrebbe ucciso Mauro Di Giacomo, stimato fisioterapista, a Bari perché riteneva il professionista responsabile dei danni permanenti al braccio della figlia: alcuna questa è la tesi dell'accusa nei confronti del 59enne, operaio edile di Canosa, arrestato ieri dalla polizia con l'accusa di essere il responsabile dell'omicidio del 63enne, ucciso la sera del 18 dicembre davanti alla sua abitazione al quartiere Poggiofranco, nel capoluogo pugliese.

Un delitto apparentemente senza spiegazioni al quale le indagini, coordinate dalla Procura di Bari, hanno restituito un possibile movente dopo cinque mesi. Salvatore Vassalli risponde ora dei reati di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.

Davanti al gip, l'uomo comunque non ha confessato il delitto ma ha dato la sua versione dei fatti cercando di attenuare le sue responsabilità. Ha ammesso infatti di aver avuto una colluttazione con la vittima, ma ha riferito che i colpi di pistola sono partiti accidentalmente mentre impugnava l'arma.

In realtà dalla perizia medico legale emerge che gli spari sono stai esplosi con precisione e sono andati a segno, circostanza questa che contrasta con la versione dei fatti fornita dall'indagato. Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra mobile, "in preda ad un’incontenibile furia omicida, dopo aver scaricato l’intero caricatore dell’arma, infieriva sulla vittima, colpendola con veemenza, ripetutamente, sul capo".

Mauro Di Giacomo
Mauro Di Giacomo

Il movente, secondo la procura? Un forte risentimento dell'indagato alimentato dalle continue recriminazioni di sua figlia che il 5 settembre 2019 si era sottoposta, per la prima e unica volta, a un trattamento nello studio privato in cui lavorava il pomeriggio Di Giacomo. La ragazza infatti sosteneva che le manovre, evidentemente sbagliate, del fisioterapista le avessero provocato una lieve disabilità (del 3%) ad un braccio.

Per questo nel 2020 Vassalli aveva intentato una causa per danni nei confronti di Di Giacomo, ma la scarsa fiducia nella legge avrebbe portato l'uomo a maturare l'idea di "farsi giustizia da solo", ha commentato il procuratore di Bari Roberto Rossi. Così sarebbe entrato in azione, aspettando il 63enne sotto casa, di ritorno dal lavoro e dalla spesa al vicino supermercato. "Se si pensa che si può fare a meno dei giudici o che i giudici come categoria non rispondono alle domande di giustizia, l’effetto è questo, il Far West, l’idea che ci si possa fare giustizia da soli, ed è una cultura molto pericolosa di cui vediamo gli effetti", ha detto ancora Rossi.

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