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Presidenzialismo o premierato, la riforma costituzionale del governo sarà pronta entro luglio

La ministra Casellati ha detto che la riforma costituzionale sarà pronta entro luglio, e che il governo è pronto ad andare avanti anche senza l’appoggio delle opposizioni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Noi le porte le abbiamo non solo aperte ma anche spalancate, se le opposizioni tireranno su dei muri pregiudiziali vorrà dire che avranno scelto loro la strada che noi dobbiamo intraprendere". La ministra delle Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha le idee chiarissime. Dopo mesi di interlocuzioni e ipotesi, il governo è vicino ad avanzare una prima bozza di riforma costituzionale che introduca il presidenzialismo o – più probabilmente – il premierato. Si parla di giugno, al massimo luglio, ha garantito l'ex presidente del Senato ad Agorà, su Rai 3. E se le opposizioni non appoggeranno la proposta del governo, la strada è già spianata: "Vorrà dire che hanno deciso che noi dobbiamo andare da soli".

"Non vorremmo fare la riforma costituzionale senza Partito Democratico e Movimento 5 Stelle – ha insistito Casellati – Però se si alzeranno muri ideologici o pregiudizi… Il dialogo non può tradursi in un monologo, nel senso che l'opzione è stata quella di indirizzarsi verso un rafforzamento del premier scartando un'elezione del presidente della Repubblica, anche se ricordo che il Pd aveva presentato dei disegni di legge che prevedevano l'elezione diretta del Presidente della Repubblica".

"Per quello che riguarda i 5 Stelle – ha aggiunto la ministra delle Riforme – mi meraviglia che siano contrari a un'elezione diretta perché sono quelli che per tutte le questioni si rivolgono sempre al popolo per chiedere un parere". E ha chiosato: "Quindi dal mio punto di vista per loro l'elezione diretta dovrebbe rappresentare un favore".

Negli ultimi quarant'anni "sia da destra sia da sinistra" si è cercato sempre di "cambiare la forma di governo e poi per vari motivi non si è riusciti", ha sottolineato Casellati. "Il tempo è maturo – ha spiegato la ministra – non abbiamo dato una ricetta predefinita, abbiamo solo definito un un perimetro, da un lato l'elezione diretta, dall'altro la stabilità".

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