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Il governo dice che l’Irpef può scendere a tre aliquote già nel 2024: cosa cambia e chi ci guadagna

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha detto che la prima tappa della riforma fiscale del governo sarà la rimodulazione dell’Irpef, da quattro a tre aliquote. Questa potrebbe arrivare già l’anno prossimo: non sono ancora ufficiali le cifre, ma ci sono delle indicazioni su come cambierà l’imposta.
A cura di Luca Pons
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La riforma fiscale del governo Meloni verrà messa in pratica nel corso dei prossimi due anni. Lo prevede il testo della legge delega: da quando il Parlamento l'avrà approvata, nelle prossime settimane, l'esecutivo avrà esattamente ventiquattro mesi per concretizzare le varie misure previste. In un'intervista alla Stampa, il viceministro all'Economia Maurizio Leo ha chiarito che "la prima tappa sarà la riduzione delle aliquote Irpef, dalle attuali quattro a tre".

Il taglio delle aliquote Irpef è uno degli aspetti più discussi della misura, anche perché l'Irpef è un'imposta che tocca gran parte dei cittadini italiani. Dato che la legge delega non riporta dettagli specifici, però, non è ancora certo come il governo intenda cambiare la tassa sul reddito delle persone fisiche. Ci sono, comunque, delle indicazioni che lo stesso viceministro Leo ha dato nel corso del tempo, e che segnalano almeno la direzione in cui si vuole andare.

Come funziona l'Irpef oggi

Innanzitutto, allo stato attuale l'Irpef è divisa in quattro fasce. Chi ha un reddito fino a 15mila paga il 23% di tasse – sempre senza considerare le varie detrazioni ed esenzioni esistenti. Chi prende da 15mila a 28mila euro deve versare il 25%, mentre chi ha un reddito da 28mila a 50mila euro vede un prelievo del 35%. Infine c'è la soglia più alta, quella al di sopra dei 50mila euro di reddito all'anno: questa deve versare il 43% in Irpef.

Riducendo le aliquote, l'intento dichiarato dal governo è di semplificare il sistema. Per quanto riguarda l'equità, che l'esecutivo ha detto di voler mantenere, dipenderà da come vengono modificati concretamente gli scaglioni.

Come cambiano le aliquote e chi risparmia di più

"Capiremo a breve se qualche step possa essere attuato magari già dal prossimo anno. Al ministero dell'Economia stiamo già elaborando i possibili scenari per misurarne tutti gli effetti", ha dichiarato Leo, sottolineando che questo intervento si andrà poi a unire al taglio del cuneo fiscale, che diventerà strutturale. Già alcune settimane fa, Leo aveva detto che l'ipotesi principale era di "ampliare lo scaglione della prima aliquota". Questo vorrebbe dire, quindi, far pagare a più persone il 23% invece del 25%.

Secondo una simulazione resa nota dai giornali e che sarebbe inclusa nei lavori dei tecnici del ministero, una soluzione sarebbe questa: allargare l'aliquota del 23% ai redditi fino a 28mila euro all'anno, creando poi una nuova aliquota del 33% fino ai 50mila euro e mantenendo il 43% dai 50mila euro in su.

Quindi la divisione sarebbe: fino a 28mila euro di reddito, paghi il 23%; da 28mila a 50mila euro, paghi il 33%; sopra il 50mila euro, paghi il 43%. Questo porterebbe, secondo i calcoli, a un risparmio per tutte le fasce di contribuenti, anche se in misura più pronunciata per le fasce medio alte.

In particolare, chi ha un reddito da 20mila euro all'anno passerebbe dal pagare circa 4.700 euro di Irpef a versarne 4.600 euro. Circa 100 euro di risparmio, pari al 2,13%. Per chi ha un reddito attorno ai 35mila euro l'anno, l'Irpef passerebbe da 9.150 euro a 8.750 euro, un risparmio di 400 euro, o il 4% dell'imposta.

Il vantaggio massimo, poi, sarebbe per chi prende 50mila euro all'anno: si ritroverebbe a versare circa 13.700 euro all'anno di Irpef, circa 700 euro in meno rispetto alla situazione attuale (-4,86%). Infine, sarebbe più contenuto ma comunque significativo il vantaggio per chi ha un reddito annuale da 60mila euro: anche in questo caso 700 euro risparmiati, pari al 3,74% del versamento.

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