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Mattarella: “Confronto non sia pretesa di mettere a tacere qualcuno, tantomeno libri o presentazioni”

Ad un evento per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, Sergio Mattarella parla della scuola, del merito e del confronto: “Non bisogna sottrarvisi, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione”,
A cura di Annalisa Girardi
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Il confronto non deve mai essere tentativo di mettere a tacere qualcuno. Tantomeno un libro o la sua presentazione. A dirlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo ad un evento per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. Oltre al ricordo dell'educatore cattolico, però, sembra chiaro il riferimento a quanto avvenuto una settimana fa al Salone del libro di Torino, quando la ministra Eugenia Roccella è stata contestata da attivisti e attiviste per le sue posizioni sull'aborto e non ha potuto presentare il suo libro.

"La scuola di Barbiana cercava di instaurare l'abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione", ha detto Mattarella, ricordando don Milani.

Insomma, nessun riferimento esplicito ai fatti di Torino, ma una presa di posizione abbastanza chiara su quello che deve essere il confronto. Tanto che la ministra ha commentato con un post su Facebook: "Ho molto apprezzato le parole del Presidente Mattarella, soprattutto in una giornata significativa come il centenario della nascita di Don Milani e in un contesto particolare come la scuola di Barbiana. Mai mettere a tacere nessuno, mai mettere a tacere un libro. Spirito critico e libertà di espressione sono valori che i nostri giovani devono imparare a coltivare insieme".

Ad ogni modo, sulla scuola il capo dello Stato ha proseguito: "La scuola è di tutti, deve essere per tutti. Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: "Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose". Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà".

Sul merito, che è stato oggetto di un acceso dibattito politico quando è stato rinominato il ministero dell'Istruzione, Mattarella ha sottolineato che non può essere "l'amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito". Piuttosto, "merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all'Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito".

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