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USA, la Fda approva Leqembi, nuovo farmaco che rallenta il declino causato dal morbo di Alzheimer

La Food and Drug Administration ha autorizzato il farmaco Leqembi per il morbo d’Alzheimer. “Questa opzione terapeutica è l’ultima terapia per mirare e influenzare il processo patologico alla base dell’Alzheimer”.
A cura di Davide Falcioni
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La Food and Drug Administration – l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – ha autorizzato il farmaco Leqembi per il morbo d'Alzheimer. "Questa opzione terapeutica è l'ultima terapia per mirare e influenzare il processo patologico alla base dell'Alzheimer, invece di trattare solo i sintomi della malattia", ha spiegato Billy Dunn, direttore del dipartimento di neuroscienze presso il "Center for Drug Evaluation and Research" della Fda.

Leqembi è il secondo di una nuova categoria di medicinali approvati per il morbo di Alzheimer che prendono di mira la patofisiologia fondamentale della malattia. Il farmaco è stato sviluppato dalla casa farmaceutica giapponese Eisai, a cui si è affiancata la società americana Biogen: nel corso delle sperimentazioni eseguite Leqembi ha mostrato risultati promettenti per la cura della malattia, da cui sono affetti circa 6,5 milioni di americani, con un evidente rallentamento della sua progressione.

Il trattamento ha lo scopo di ridurre il declino cognitivo e potrà essere somministrato ai pazienti che non hanno ancora raggiunto uno stadio molto avanzato della patologia. La Fda ha garantito al farmaco il via libera accelerato e questo significa che le due società dovranno condurre ulteriori studi.

Leqembi costerà 26.500 dollari l'anno a persona, riportano i media americani. "L'Alzheimer è una malattia molto invalidante per chi ne è affetto e ha effetti devastanti per le persone che stanno vicino" ai malati.

Cos'è il morbo di Alzheimer

Come spiega l'Istituto Mario Negri "la malattia di Alzheimer (AD) è la forma più comune di demenza, una malattia neurodegenerativa che uccide progressivamente le cellule nervose, soprattutto quelle nelle aree del cervello che regolano i processi di apprendimento e memoria. Il sintomo principale dei pazienti colpiti da questa malattia è inizialmente la perdita della memoria a breve termine".

La progressione della patologia può avere tempi molto differenti, rendendo il paziente sempre meno capace di svolgere anche le più semplici azioni quotidiane, privandolo della sua indipendenza, fino a non riconoscere più i propri famigliari. "Il cervello viene danneggiato a diversi livelli: oltre alla degenerazione delle cellule nervose, si hanno anche danni ai vasi sanguigni e uno stato di infiammazione cerebrale persistente. Come stimato dalla Società Internazionale dell’Alzheimer Disease, questa malattia colpisce ad oggi circa 55 milioni di persone nel mondo, un numero destinato a crescere ulteriormente in misura significativa".

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