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L’app Immuni non funziona in Veneto, gli operatori non hanno mai inserito i codici nel database.

Un ‘buco’ nella piattaforma informatica di inserimento dei codici dei positivi al tampone che sta mettendo in forte imbarazzo la Regione; nessuna tra le persone che hanno installato Immuni in Veneto riceverà notifiche circa la presenza di positivi nelle vicinanze. “534 mila veneti presi in giro, Zaia dia spiegazioni”
A cura di Biagio Chiariello
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Scoppia la polemica legata alla mancata implementazione da parte delle Usl dei dati sulla app Immuni, che finora non avrebbe funzionato in Veneto. Un utente risultato positivo al virus se contatta una struttura sanitaria delle Ulss locali per condividere il proprio codice, così da attivare via bluetooth la ricerca di tutte le persone che sono entrate in contatto con lui, si sente rispondere: “Immuni in Veneto non funziona”. In poche parole, nessuna tra le persone che hanno installato Immuni in regione riceverà notifiche circa la presenza di positivi nelle vicinanze – quello che, appunto, dovrebbe fare l’app, inviando poi una comunicazione agli interessati per avvisarli di fare i controlli. L'Ufficio igiene di Padova risponde semplicemente: "Mi dispiace: non siamo in grado di inserire il suo codice nel database. L'app Immuni non è attiva al momento in Veneto”. A segnalare il caso è stato Il Corriere del Veneto.

Forte imbarazzo per la Regione Veneto

Il governatore Luca Zaia ha annunciato una nota ufficiale di spiegazione. E ha dichiarato personalmente: “Tutto quello che è previsto come incombenza da parte dell’ente pubblico per la gestione di Immuni, nel rispetto delle competenze, lo facciamo. Diamo corso a quello che è previsto per coloro che si scaricano Immuni, non è che restano isolati in Veneto, ci mancherebbe”.

Le parole del Ministro D'Incà

"Non è il momento di fare polemica, ma di lavorare bene in sinergia a tutti i livelli istituzionali – dice il ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà -. Il ministero della Salute, già all’avvio dell’operatività dell’app Immuni, ha inviato alle Regioni e alle Usl tutte le istruzioni operative e i materiali per attivare la formazione degli operatori e implementare le procedure necessarie al funzionamento di Immuni. In alcuni casi è stato riscontrato qualche ritardo nelle procedure di formazione e di attivazione dell’operatività ma, proprio due giorni fa, si è tenuta una riunione per fare il punto della situazione in modo che tutte le Usl siano allineate e operative. Stiamo andando incontro a una fase di espansione dell’epidemia, bisogna lavorare ancora di più per colmare tutti i gap. La campagna per scaricare app Immuni sta funzionando e ormai milioni di italiani la utilizzano per difendersi dal virus. Dobbiamo continuare su questa strada".

Francesca Businarolo, sempre del M5s, ci va giù pesante invece

534 mila veneti presi in giro. Zaia dia spiegazioni, anziché adottare il solito trucchetto di far vedere quanto è bravo a risolvere i problemi che lui stesso ha creato. Siamo di fronte ad un grave caso di incompetenza, se non di boicottaggio. La Regione sta candidamente ammettendo che per mesi i dati arrivati tramite Immuni, che avrebbero potuto evitare focolai, non sono stati trattati. È gravissimo.

C'è chi minaccia denunce per mancata tutela sanitaria, e anche la Cgil è molto critica: "Molte persone che sono entrate in contatto con soggetti positivi non lo hanno saputo per l’inefficienza, per non dire lo scetticismo, di chi doveva provvedere a far funzionare il sistema di tracciamento".

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