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Yara, la sorella di Bossetti contro la Procura: “Ho inventato anche tre costole rotte?”

Laura Bossetti ribadisce di essere stata vittima di aggressioni in questi mesi e assicura: “Vogliono che abbandoni Massimo al suo destino. Ma non lo farò mai”.
A cura di Antonio Palma
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Continua la diatriba tra la sorella di Massimo Bossetti, l'uomo in carcere con l'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, e la Procura che indaga sul caso. La donna infatti dopo aver denunciato diverse aggressioni legate all'arresto del fratello è stata smentita dagli inquirenti, ma ora rilancia. "Ho inventato tutto? Ho inventato anche tre costole rotte, un occhio gonfio e tre costole incrinate?" ha chiesto infatti Laura Bossetti nel corso di un'intervista esclusiva al settimanale “Oggi”, in edicola da mercoledì 4 marzo. In particolare la donna mostra i referti medici dell'ultima aggressione avvenuta lunedì 23 febbraio e che le avrebbe lasciato segni pesanti sul corpo: "Tre costole rotte, tre incrinate e la pupilla dell’occhio destro dilatata". L'aggressione sarebbe avvenuta in fondo alle scale dell'abitazione quando la donna si è trovata di fronte due individui con il cappuccio calato sul volto. "Uno di loro mi ha impedito di chiedere aiuto mettendomi una mano sulla bocca. Poi mi hanno trascinata verso l’ascensore e hanno cominciato a colpirmi senza dire una parola. Sono svenuta. Non ricordo più nulla" ha raccontato infatti Laura Bossetti.

"Massimo Bossetti non ha ucciso Yara"

"È stata mia madre, vedendo che non tornavo a casa, a soccorrermi. Mi avevano semispogliata togliendomi anche le calze. Non riuscivo a respirare. Avevo fitte dolorose al costato" ha raccontato la sorella di Bossetti, proseguendo: "Evidentemente mi avevano colpito con calci e pugni. Mi è andata bene. Potevano uccidermi". Secondo la donna si tratta solo dell'ultimo assalto tra i tanti, fisici e verbali, subiti sin dall’agosto dell'anno scorso. Tutti secondo Laura Bossetti sarebbero collegati al caso del fratello Massimo. "Mio fratello è innocente. Massimo Bossetti non ha ucciso Yara. Gli assassini di quella povera ragazza sono liberi, ma vivono nel terrore di chi si batte per dimostrare l’innocenza di mio fratello" ha affermato la donna, concludendo: "Aggredendomi e minacciandomi mi stanno facendo capire che devo stare zitta. Che devo abbandonare Massimo al suo destino. Ma non lo farò mai".

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