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Strage degli ulivi in Puglia: indagate 10 persone per diffusione del batterio Xylella

La Procura di Lecce ha sequestrato preventivamente tutti gli ulivi salentini interessati dal piano di emergenza per fronteggiare la xylella. Tra gli indagati anche il commissario del Governo.
A cura di Davide Falcioni
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Cataldo Motta, procuratore della Repubblica di Lecce, ha emesso un'ordinanza di sequestro preventivo d'urgenza per tutti gli ulivi salentini interessati dal piano per l'emergenza e quindi da abbattere. Dieci persone sono state inoltre iscritte nel registro degli indagati e tra questi il commissario straordinario nominato dal governo Giuseppe Silletti in quello che si annuncia come un vero terremoto nel piano di "contenimento" della diffusione, in puglia, della Xylella fastidiosa sugli ulivi.

I reati ipotizzati dalla Procura sono gravi e vanno dalla diffusione di malattia delle piante alla violazione dolosa delle disposizioni in materia ambientale, al falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, falso ideologico, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali. I crimini sarebbero stati commessi negli ultimi cinque anni nel Salento.

L'apertura dell'inchiesta rappresenta un macigno sulla certezza dell'efficacia del Piano Silletti, ideato nel tentativo dichiarato di eliminare la Xylella: secondo la procura non ci sarebbe prova che la malattia è stata importata dal Costarica, né dell'effettiva efficacia dell'eradicazione delle piante, visto che a opinione dei magistrati gli essiccamenti sono aumentati. Per la Procura, al contrario, ci sarebbe un reale pericolo per l’incolumità della salute con l’uso importante di pesticidi, alcuni vietati e autorizzati in via straordinaria. Nel mirino, in particolare, le conseguenze sugli ulivi dei campi di sperimentazione, in particolar modo a Gallipoli, Alezio e Taviano, Lecce nel parco Rauccio, il Nord Salento fra Sud e Trepuzzi ed il Sud di Brindisi. Se le ipotesi di reato della Procura verranno confermate in corso di indagine si tratterebbe di un grave colpo alla credibilità di quanti, in questi anni, hanno trattato la Xylella.

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