843 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Vibo Valentia, donna muore 3 giorni dopo il parto. La procura apre un’inchiesta

Tiziana Lombardo era tornata a casa con la figlia nata da pochi giorni all’ospedale Jazzolino, quando ha iniziato ad avvertire dei forti dolori addominali. I familiari l’hanno protata in ospedale, dove è morta in sala operatoria. I familiari non si danno pace: la ragazza era stata dimessa, “le avevano detto che era andato tutto bene”.
A cura di C. T.
843 CONDIVISIONI
ospedale operazione

Una donna di trentatré anni di Ricadi è morta tre giorni dopo aver partorito all'ospedale di Vibo Valentia a causa di una grave emorragia interna. Tiziana Lombardo era tornata a casa con la figlia nata da pochi giorni all'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, quando ha iniziato ad avvertire dei forti dolori addominali. Con il passare delle ore le fitte sono diventate insopportabili, e i familiari l'hanno protata in ospedale. Trasferita in sala operatoria, la trentatreenne è deceduta poco dopo.

Secondo le prime analisi, la morte di Tiziana sarebbe dovuta a un arresto cardiaco, provocato da un'emorragia addominale accorsa mentre i medici la stavano operando. I familiari non si danno pace: la ragazza era stata dimessa, "le avevano detto che era andato tutto bene".

Informata dell'accaduto dalla direzione dell'Asp di Vibo Valentia, la procura locale è chiamata ora a stabilire con esattezza l'esatta dinamica. Gli investigatori hanno già sequestrato la cartella clinica di Tiziana, sul cui corpo è stata disposta l'autopsia. L'ospedale, intanto, ha avviato un'indagine interna.

La struttura ha già affrontato presunti casi di malasanità. I più gravi sono stati quelli di Federica Monteleone ed Eva Ruscio. La prima era stata ricoverata a sedici anni al Jazzolino per una banale appendicectomia. A causa di un black out di 12 minuti all'interno della sala operatoria in cui è stato eseguito l'intervento la ragazza è entrata in coma e non si è mai più risvegliata. Per la sua morte sono stati condannati l'allora direttore generale dell'Asp di Vibo Valentia, Francesco Talarico, a due anni e quattro mesi, l'ex direttore dei servizi tecnici dell'Azienda sanitaria, Roberto De Vincentiis, a due anni, il titolare dell'impresa che aveva realizzato l'impianto elettrico nella sala operatoria, Antonino Stuppia, l'anestesista Francesco Costa, l'ex direttore sanitario dell'ospedale di Vibo, Pietro Schirripa, il consulente incaricato di seguire l'esecuzione dei lavori per la realizzazione dell'impianto elettrico nella sala operatoria, Antonio Bruni, e il responsabile dei servizi tecnici, Nicola Gradia. Eva Ruscio, invece, a inizio dicembre del 2007 era stata ricoverata per la rimozione di un ascesso tonsillare, ma  è morta in sala operatoria. Per questo è stato condannato nuovamente l'anestesista Francesco Costa. Insieme a lui, l'allora primario del reparto di Otorinolaringoiatria, Domenico Sorrentino, "per essersi rimesso alla volontà dell'anestesista pur sapendolo in errore".

Oltre ai due casi "simbolo", ci sono stati altri episodi. Nel gennaio scorso, una coppia di San Calogero ha denunciato l'equipe del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dopo la morte del bambino che la donna portava in grembo; un mese prima un'altra ragazza arrivata quasi al termine della gravidanza aveva perso il bambino: si era presentata in reparto con forti dolori addominali, ma era stata tranquillizzata e mandata a casa. Dodici giorni dopo, il feto è morto. A marzo, invece, una quarantenne era arrivata con febbre e forti dolori allo stomaco: rimandata a casa con diagnosi di una banale influenza, è morta due giorni dopo.

843 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views