Via al vertice Ue sull’immigrazione: sul tavolo la riforma di Dublino e le quote migranti
Nella corso della giornata, a Bruxelles si svolgerà il Consiglio europeo, previsto da tempo, a cui parteciperanno i capi di Stato e di governo di tutti gli stati membri dell'Unione, che si ritroveranno per discutere principalmente di 3 temi: sicurezza interna, emergenza immigrazione e politiche di crescita. Al vertice europeo esordirà per la prima volta il neo-presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, che porterà in sede europea le istanze del Belpaese, come già anticipato nei giorni scorsi durante il dibattito parlamentare alla Camera per la fiducia al governo. Il presidente del Consiglio Gentiloni arriverà a Bruxelles in mattinata e il vertice europeo inizierà verso le 12.30, per poi finire entro la serata, nonostante l'ordine del giorno sia decisamente corposo e il tempo a disposizione scarso, visto che per la prima volta il Consiglio europeo – per decisione del presidente del Consiglio Donald Tusk – non durerà i tradizionali due giorni d'ordinanza, ma solamente uno. Nonostante l'apprensione generata dalla vittoria del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre e dalla conseguente crisi di governo che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi, a Bruxelles non sembrano essere preoccupati per la situazione italiana e anzi il nuovo governo Gentiloni ha ottenuto risconti molto positivi negli ultimi giorni e "sono state apprezzate soprattutto la rapidità e il senso di continuità dell'azione di governo, e poi c'è molta stima nei confronti di Gentiloni, persona conosciuta e fidata per le istituzioni comunitarie e sul piano internazionale. E da questo punto di vista sono importanti anche i contatti personali", hanno dichiarato fonti diplomatiche.
Entrando nel dettaglio del vertice europeo, durante il summit i 28 capi di Stato e di governo dell'Unione europea discuteranno soprattutto di difesa interna dell'Ue e dell'emergenza migrazione e sul tavolo ci sono alcuni dossier che dovranno essere portati a termine in tempi brevi, come i migration compact, ad esempio, ovvero degli accordi di cooperazione, riammissione e sostegno economico strutturale fra l'Ue e i paesi di origine e di transito dei migranti, nati proprio da una proposta del governo italiano. Gli accordi sono in fase di sviluppo e per ora riguardano cinque paesi africani: Mali, Etiopia, Senegal, Niger e Nigeria. In seguito, i 28 capi di stato discuteranno della riforma del trattato di Dublino e della solidarietà tra gli stati membri per la gestione della crisi migratoria, ovvero le famigerate quote di rifugiati da redistribuire in tutto il territorio europeo che tanto sono avversate da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.