Usa, il figlio si droga e il padre va in overdose per punirlo
Anni di lotte per convincere il figlio a non far uso di eroina, poi la decisione drastica: dargli una lezione scontando la pena sulla propria pelle. Maykl Gnatovskiy, 23enne russo residente a New York, ha ammesso di essere tossicodipendente da eroina da quando aveva 15 anni e il padre Sergey, di 45 anni, lo aveva avvertito tempo addietro: se il figlio non avesse smesso di "farsi", lui stesso avrebbe cominciato a drogarsi per ridursi allo stesso modo e non doverlo vedere morire lentamente.
A morire, però, poteva essere proprio il padre. Maykl è tornato a casa e ha trovato Sergey senza coscienza sul pavimento. Realizzato che era in overdose, ha subito somministrato una dose di spray nasale Narcan. Così gli ha salvato la vita, ma la "lezione", stando almeno ai propositi resi pubblici alla stampa, è servita: "Oggi ho 23 anni – ha riconosciuto il ragazzo – e non posso più andare avanti in questo modo, dopo quello che è successo a mio padre andrò in una clinica e mi farò aiutare". Sergey, invece, ricorda poco e niente. Ha dichiarato di essere tornato alla normalità solo il giorno successivo, mentre di quell'esperienza riesce a ricostruire il prima e il dopo: ad un certo punto ha spento la Tv, dopodiché si è svegliato con il personale medico intorno a lui.
In passato il padre aveva provato più volte a convincere il figlio a sottoporsi ad una riabilitazione e altrettante volte il ragazzo aveva promesso di seguire il consiglio. Parole e nulla di più, ma, dopo aver visto il padre quasi sacrificare la propria vita per la salute del figlio, tutto potrebbe cambiare.