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Tutte le grane di un Family Day ultracattolico snobbato dalla Chiesa (e da papa Francesco)

Gli organizzatori hanno lamentato il silenzio del Papa sulla manifestazione di sabato: persino l’Osservatore romano non ha dedicato alla manifestazione la prima pagina. Neanche la Cei – che aveva dato il suo appoggio al raduno – si è fatta vedere. Eppure non si può dire che il pomeriggio di sabato non avesse “nessun connotato confessionale”.
A cura di Claudia Torrisi
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Roma, Family Day al Circo Massimo

Il Family Day non era ancora terminato e già sabato pomeriggio tra giornali e social si litigava sui numeri. Massimo Gandolfini, presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, tra gli organizzatori della giornata, aveva urlato dal palco del Circo Massimo alla folla che in piazza c'erano due milioni di persone. Una cifra che, stando alle attente misurazioni e precisi calcoli che sono stati fatti, si è rivelata palesemente falsa. Quello dei numeri in realtà molto più scarsi di quanto annunciato è stato un argomento molto usato dai detrattori del Family Day. Gli organizzatori, però, hanno semplicemente ignorato la polemica.

Una cosa che ha dato parecchio fastidio ai partecipanti al raduno di sabato, invece, è stato l'atteggiamento del Papa. Nonostante durante la manifestazione sia stato citato durante un filmato il Pontefice, durante l'Angelus di domenica Bergoglio non ha fatto nessuna menzione del Family Day. Non ne aveva parlato, tra l'altro, neanche all'Udienza Giubilare straordinaria della mattina di sabato. Il silenzio che ha creato più polemiche è stato quello dell'Osservatore romano – organo di stampa del Vaticano – che il giorno successivo non ha citato la manifestazione di sabato in prima pagina (dedicata esclusivamente all'udienza giubilare del Papa).

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Un rimando al Family Day si trova in seconda pagina, ma la scelta editoriale va in netta contrapposizione con ciò che ha fatto la quasi totalità della stampa italiana domenica – che ha dedicato ampio spazio al raduno del Circo Massimo – e difficilmente può essere casuale. Il silenzio ha parecchio impensierito i sostenitori della manifestazione. Il giornalista Antonio Socci – pro Family Day dalla prima ora – ha scritto un articolo sul suo blog che il Papa ha dimostrato "una tale ostilità verso le famiglie cattoliche che, con tanti sacrifici, testimoniano la verità, da non saperla nemmeno nascondere".

A differenza dello scorso giugno, la Conferenza episcopale italiana aveva dato una qualche benedizione a quest'edizione del Family Day. Il cardinale Angelo Bagnasco l'aveva definita una manifestazione "condivisibile" e dalle finalità "assolutamente necessarie". Sabato, però, al Circo Massimo nessuno si è visto, tantomeno il presidente della Cei. L'indomani Avvenire, quotidiano di riferimento dei vescovi, ha parlato diffusamente del raduno. Gli organizzatori del Family, però, si sono lamentati che l'abbia fatto sminuendo ed edulcorando il messaggio della piazza. La giornalista Costanza Miriano – che dal palco di sabato ha anche fatto un intervento – ha scritto su Facebook ai "colleghi di Avvenire": "L'altra volta avete bucato la notizia, stavolta c'eravate ma avete preso un grosso granchio. Capita a tutti di sbagliare, e se è in buona fede si può anche perdonare (è l'anno della misericordia). Se serve faremo settanta volte sette Family Day".

Oltre ai dissidi con il Vaticano, i comitati dietro alla manifestazione contro il ddl Cirinnà hanno avuto qualche problema anche con la comunità ebraica. In apertura del Family Day Gandolfini ha letto dal palco un messaggio del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni dove la manifestazione veniva definita "importante" perché serve a sottolineare che non venga "stravolto" il concetto di famiglia "già carente di certezze", considerato che "i bambini non sono animali da esperimento". Peccato che poco dopo Di Segni abbia inviato una nota in cui precisava di non aver mai partecipato né aderito "alla manifestazione denominata Family Day di oggi, né ha inviato alcun messaggio".

Un grande assente del palco di sabato è stato Kiko Arguello, l'iniziatore del Cammino neocatecumenale – di cui fa parte anche Gandolfini e la maggior parte dei presenti in piazza – protagonista della manifestazione di giugno, dove aveva fatto un discorso durato più di mezzora che aveva suscitato un vespaio di polemiche e qualche imbarazzo, a causa di una teoria sul femminicidio – che sarebbe causato dalle mogli che non amano più i mariti – e di un'invettiva contro la Cei. Dall'alto parlante del Circo Massimo nel primo pomeriggio di sabato hanno annunciato che Kiko non sarebbe stato presente perché a casa malato. A distanza di qualche giorno, Sandro Magister ha riportato oggi sul suo blog su L'Espresso un'intervista rilasciata da Arguello il 16 gennaio in cui confermava "indubbiamente" la presenza del Cammino neocatecumenale al Family Day:

Ieri mi ha chiamato il cardinale Bagnasco che voleva parlare al telefono con me per dirmi che lui sarebbe molto contento se potessimo assistere e sostenere questo incontro del 30 gennaio. Io naturalmente gli ho detto di sì, è un fatto importantissimo che Bagnasco mi abbia chiamato. Forse ci saranno dei vescovi che non vogliono partecipare ma non fa niente… È importantissimo che comunque i vescovi italiani siano uniti a noi, perché altrimenti saremmo lì soli ad esporci, a farci dire che siamo "omofobi" e cose del genere. Non è vero, dietro a noi c’è la Chiesa che ci sostiene in questa difesa della famiglia cristiana a cui si sta facendo tanto del male.

Il 26 gennaio, però, come ha riportato sempre Magister, Arguello avrebbe scritto una lettera circolare ai quadri del Cammino neocatecumenale in cui diceva di aver ricevuto una lettera da Gandolfini: "In essa mi comunica, e non senza sofferenza, che è più prudente che io non parli dal palco", perché, secondo il Comitato "non possono e non devono essere coinvolti nessun movimento, associazione, gruppo, partito, comitato e neppure nessun altro leader religioso; la manifestazione non deve avere alcun connotato confessionale di alcun tipo: non è, solo, una piazza cattolica". Eppure è difficile associare alla manifestazione di sabato nessun "connotato confessionale" ripensando al discorso di Gandolfini secondo cui "il sesso non è il piacere sessuale è la procreazione" o all'intervento di Costanza Miriano per la quale "Cristo è la verità dell'uomo".

Al Circo Massimo mancavano anche rappresentanze consistenti di Comunione e liberazione o Agesci e, a differenza di quanto accaduto a giugno, messaggi da leader di altre confessioni. In compenso erano presenti piccoli gruppi legati a CasaPound e Forza Nuova – circostanza che aveva inizialmente creato qualche imbarazzo.

L'ultima "grana" con cui ha dovuto confrontarsi il comitato promotore del Family Day riguarda il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Poco prima dell'inizio del raduno il leader di Ncd aveva incontrato Gandolfini, cui aveva palesato "adesione piena alla manifestazione".

Poi, però, dalle pagine di Repubblica, il ministro ha lanciato una proposta al governo di Matteo Renzi: stralciare le adozioni e raggiungere un'intesa parlamentare sulla legge. Un'uscita che non è piaciuta particolarmente al presidente di Difendiamo i nostri figli, secondo cui "l'eventuale stralcio del quinto articolo sulla stepchild adoption non modifica l'idea estremamente negativa che abbiamo sull'intera legge".

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