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Trattati di Roma, Gentiloni apre il vertice Ue: “L’Europa deve ripartire dal lavoro”

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha aperto i lavori del vertice europeo dedicato al sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. “L’Europa del futuro deve partire dal lavoro. Bisogna proseguire senza esitazione e con determinazione nei processi di riforma, a livello europeo e degli stati nazionali, per rendere le nostre economie più competitive e più capaci di guardare al futuro ma anche più coese e giuste”.
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A cura di Charlotte Matteini
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gentiloni papa francesco

Alla vigilia del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni apre i lavori del vertice tripartito convocato per festeggiare l'occasione. "Oggi è davvero il momento di assumerci piena responsabilità per migliorare le condizioni di lavoro e di impresa in Europa, per promuovere sistemi di innovazione insieme tecnologica e sociale", ha spiegato il capo del governo, aggiungendo: "Credo che dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per difendere l’acquis sociale in tutti gli Stati membri senza eccezione alcuna". Ricordando la necessità di difendere l'Unione europea e di rafforzare il modello di Welfare europeo, Gentiloni ha sottolineato che "l’Europa del futuro deve partire dal lavoro. Bisogna proseguire senza esitazione e con determinazione nei processi di riforma, a livello europeo e degli stati nazionali, per rendere le nostre economie più competitive e più capaci di guardare al futuro ma anche più coese e giuste".

"Abbiamo bisogno di una maggiore integrazione e rivendichiamo un ruolo globale per l’Europa. Per questo abbiamo bisogno anche di voi per sostenere il libero scambio, la crescita, una agenda per l’innovazione, e anche una Europa sociale. L’Europa si trova di fronte a differenti sfide anche nuove, da Brexit al rinascere del protezionismo, ma abbiamo una opportunità per reagire. Non vogliamo una Europa divisa, l’Europa è unita e indivisibile, ma vogliamo anche andare avanti su una idea comune di Europa, in aree ad esempio come difesa, sicurezza", ha spiegato il presidente del Consiglio. "Siamo coscienti delle nostre differenze e dei problemi che ci dividono. L’Europa non ha mostrato il suo miglior volto a volte, verso gli immigrati per esempio, che con sofferenze indicibili arrivano in Europa, considerandola un rifugio sicuro. Dobbiamo combinare diritti umani, ricerca dell’integrazione e responsabilità. Dobbiamo anche salvaguardare il pianeta contro le minacce che lo stanno attaccando".

Intervenendo al vertice, il Pontefice ha invece sottolineato che “il primo elemento della vitalità europea è la solidarietà. Lo spirito di solidarietà è più che mai necessario oggi davanti alle spinte centrifughe e alla tentazione di ridurre gli ideali fondativi in pratiche economiche e finanziarie. Dalla solidarietà nasce la capacità di unirsi agli altri. Oggi si discute di come lasciare fuori i pericoli del nostro tempo, a partire dalla lunga colonna di persone in fuga dalla guerra che chiedono solo un avvenire per loro e i loro cari”, evidenziando che l'Unione dovrebbe riscoprire il senso della comunità. "Negli ultimi sessant’anni il mondo è molto cambiato. Se i Padri fondatori, che erano sopravvissuti ad un conflitto devastante, erano animati dalla speranza di un futuro migliore e determinati dalla volontà di perseguirlo, evitando l’insorgere di nuovi conflitti, il nostro tempo è più dominato dal concetto di crisi. C’è la crisi economica, che ha contraddistinto l’ultimo decennio, c’è la crisi della famiglia e di modelli sociali consolidati, c’è una diffusa crisi delle istituzioni e la crisi dei migranti: tante crisi, che celano la paura e lo smarrimento profondo dell’uomo contemporaneo, che chiede una nuova ermeneutica per il futuro. Il termine crisi, però, non ha una connotazione di per sé negativa. Non indica solo un brutto momento da superare. La parola crisi ha l’origine nel verbo greco crino, che significa investigare, vagliare, giudicare. Il nostro è dunque un tempo di discernimento, che ci invita a vagliare l’essenziale e a costruire su di esso: è dunque un tempo di sfide e di opportunità".

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