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Torino: poliziotto picchiò No Tav, archiviato. Genova: graziato medico di Bolzaneto

L’Ordine dei Medici di Genova ha sospeso per soli 6 mesi un medico che “seviziò” i manifestanti del G8. A Torino il Gip ha archiviato il caso di un poliziotto che, il 19 luglio 203, picchiò un manifestante a terra. Per il giudice il gesto fu causato dalla “concitazione dei disordini”.
A cura di Davide Falcioni
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L'Ordine dei Medici di Genova ha "graziato" il "dottor mimetica", al secolo Giacomo Toccafondi, medico che durante il G8 del 2001 gestiva l'infermeria della caserma di Bolzaneto ma che, anziché curarli, "seviziava" i suoi pazienti infliggendo loro dolore al dolore, come hanno raccontato i tanti che sono finiti sotto le sue mani. Ebbene, tutti si attendevano la radiazione a vita del "dottor mimetica" da parte del suo ordine professionale: il provvedimento avrebbe, almeno in parte, risarcito "moralmente" i tanti giovani che portano ancora addosso (e dentro) i segni segni delle sevizie. Invece Toccafondi se l'è cavata con una sospensione disciplinare di sei mesi, al termine della quale potrà tornare a fare il suo lavoro. Le sue responsabilità, a partire da settembre, saranno state "lavate" come il sangue delle vittime delle sue "cure".

Già, perché nei confronti Giacomo Toccafondi è intervenuta anche la prescrizione – insieme al atri 32 imputati, tra uomini delle forze dell'ordine e personale sanitario – nel processo d'appello sulle violenze all'interno della caserma di Bolzaneto, anche se il medico era ugualmente stato condannato a risarcire le vittime. Secondo i giudici, infatti, Toccafondi "agì con particolare crudeltà" in un luogo in cui "furono portate vittime in balia dei capricci di aguzzini, trascinate, umiliate, percosse, spesso già ferite, atterrite, infreddolite, affamate, assetate, sfinite dalla mancanza di sonno, preda dell’arbitrio aggressivo e violento… sostanzialmente già seviziate". La sentenza parlava di "violenze perpetrate gratuitamente sugli individui, come stare in piedi contro il muro, la sottoposizione a rumore, privazione del sonno, del cibo e delle bevande".

Torino: archiviato il caso dell'agente che prese a calci un No Tav a terra

Ebbene, mentre a Genova il medico seviziatore se la cava con una sospensione di sei mesi, ieri a Torino il gip Eleonora Pappalettere ha richiesto l'archiviazione per un agente di polizia che, il 19 luglio 2013, prese a calci un manifestante durante un'azione organizzata dal movimento presso il cantiere di Chiomonte. Secondo il giudice, che non ha negato le violenze, il gesto del poliziotto sarebbe da imputare alla "concitazione dei disordini". Per la cronaca: il manifestante, trasportato in ospedale, riporto la frattura di una costola e del naso, ma per il giudice entrambi gli infortuni non sarebbero stati provocati dalle percosse subite. Il Movimento No Tav ricostruisce quei momenti: "Quella sera il giovane No Tav in questione, fermato dalla polizia, fu trascinato per metri fino all’interno del cantiere e una volta raggiunto un luogo tranquillo e distante dal luogo da loro definito dei “disordini” fu picchiato da diversi uomini della polizia. La sfortuna dei questurini torinesi volle che la Rai, per sbaglio, riprese quella scena mandandone in onda sul tg pochi secondi e la procura fu costretta ad aprire un fascicolo, d’ufficio, ai danni del poliziotto che si vedeva chiaramente nell’atto di prendere a calci il ragazzo in stato di fermo e coricato a terra". Per i giudici, quindi, il giovane attivista si procurò da solo le due fratture.

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