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Test Facoltà Medicina 2014, il Tar Lazio riammette 2.000 candidati

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha dichiarato illegittimo il test per l’ingresso alla facoltà di Medicina nell’anno accademico 2014/2015, stabilendo l’ammissione in sovrannumero di tutti i ricorrenti, circa duemila giovani aspiranti medici.
A cura di Redazione
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Test universitari per l'ingresso Facoltà di Medicina: vittoria degli studenti. Oltre 2.000 giovani che avevano partecipato alle prove d'ingresso per Medicina sono stati ammessi ai Corsi dal Tar del Lazio. Ne dà notizia l'Udu, che aveva promosso i ricorsi, secondo cui "oggi è un grande giornata piena di sole per gli studenti italiani: il Tar ha dichiarato che il concorso di medicina 2014/15 è illegittimo, e ha stabilito l'ammissione in sovrannumero di tutti i ricorrenti che erano stati patrocinati dagli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia". A parlare è Gianluca Scuccimarra, Coordinatore dell'Unione degli Universitari: "Oggi abbiamo fatto entrare più di duemila ricorrenti provenienti da Bari, Tor Vergata, Napoli, Salerno e tante altre parti d'Italia. Serve altro per dimostrare l'inefficacia di questo metodo di selezione degli studenti? Abbiamo fin da subito criticato tale sistema, e oggi raccogliamo i frutti di tanti anni di proteste e denunce". "Fanno bene gli studenti dell'Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti Medi a continuare la battaglia contro il test di accesso alle facoltà di Medicina a suon di ricorsi" dice Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici, commentando la sentenza del Tar: "Ha ragione la ministra Giannini, che propone la riforma del numero chiuso sul modello francese, o la ministra Lorenzin, che nelle sue dichiarazioni non sembra condividerne la proposta? Bisogna conciliare le giuste aspirazioni dei giovani con la necessaria selezione. Ma è evidente, e la sentenza del Tar non fa che confermare questa tesi, che una riforma è necessaria. Mqtteo Renzi – conclude il sindacalista – ci metta la faccia".

Test Medicina 2014, cosa ha deciso il Tar ?

Il Tribunale amministrativo ha disposto l'immatricolazione con riserva e in sovrannumero degli oltre 2.000 candidati ai test di ammissione alle università italiane dello scorso 8 luglio, il Tar del Lazio ha disposto anche che gli stessi possano frequentare regolarmente le lezioni. Tutto ciò, in quanto il tribunale ha fissato al 7 maggio 2015 l'udienza di discussione dei ricorsi nel merito. Secondo quanto si è appreso, inoltre, sono centinaia i ricorsi in fase di elaborazione che saranno presentati e rispetto ai quali verrà chiesta una fissazione celere dell'udienza di trattazione davanti al tribunale amministrativo. Intanto il Tar, ha disposto, in vista proprio dell'udienza del maggio 2015, l'integrazione del contraddittorio con riferimento ai vincitori dei test che, utilmente inclusi nelle graduatorie, potrebbero subire danni dall'eventuale accoglimento dei ricorsi. E i giudici indicano anche la ‘strada' per integrare il contraddittorio: la pubblicazione, entro 60 giorni, di un avviso sul sito web istituzionale del ministero dell'Istruzione dal quale risulti, tra l'altro, l'autorità giudiziaria innanzi alla quale si procede e il numero di Registro generale del ricorso, ma anche gli estremi dei provvedimenti impugnati e di quelli con i quali si è deciso, il testo integrale del ricorso e l'elenco dei contro-interessati. Il Miur, secondo quanto prescritto dal Tribunale amministrativo regionale Lazio non dovrà rimuovere dal proprio sito tutta la documentazione, fino alla pubblicazione della sentenza definitiva di primo grado, e dovrà rilasciare ai ricorrenti un attestato nel quale si confermi l'avvenuta pubblicazione.

La denuncia: Brogli al test d'ingresso a Tor Vergata

Qualche settimana fa proprio l’Unione degli Universitari (Udu) aveva presentato un esposto alla Procura di Roma denunciando "molteplici irregolarità avvenute durante il test universitario" all'università di Tor Vergata, a Roma. A partire dal fatto che, al momento di disporsi in aula, alcuni aspiranti medici hanno scelto arbitrariamente il posto da occupare, senza rispettare una delle regole che disciplinano i test d’ammissione e cioè mantenere una distanza di un banco tra i partecipanti. Gli studenti avrebbero dunque potuto sbirciare il compito del compagno di banco e anche i cellulari sarebbero rimasti accesi durante il test.

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