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Terrorisimo, l’Isis in nuovo video: “Arriveremo a Roma”. E minaccia anche Papa Francesco

In un video pubblicato su un network vicino a Daesh e tramite alcuni messaggi veicolati su Telegram, lo Stato Islamico ha chiesto ai lupi solitari di attaccare l’Italia con auto, minacciando anche il Pontefice. Nelle immagini si vedono combattenti devastare statue di Cristo e di altri santi.
A cura di I. A.
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Immagine riportata su Site della minaccia jihadista all'Italia.
Immagine riportata su Site della minaccia jihadista all'Italia.

"Ricordate questo miscredenti, saremo a Roma". Con queste parole si apre l'ennesimo video, girato a Marawi, nelle Filippine, dell'Isis indirizzato all'Italia, nel quale lo Stato Islamico minaccia il nostro Paese e anche Papa Francesco. Le immagini, pubblicate da Al-Hayat Media Center, uno dei network ufficiali del Califfato, parlano chiaro: si vedono combattenti di Daesh devastare statue di Cristo e che rappresentano santi, madonne e crocefissi, e strappare un poster con il volto di Bergoglio. Sempre nelle scorse ore, Site, il sito Usa di monitoraggio dell'estremismo islamico, ha riferito di alcuni messaggi veicolati su Internet attraverso un canale Telegram nei quali lo Stato Islamico incita i lupi solitari ad attaccare la Penisola, usando come arma le auto, come già successo nelle ultime stragi in Europa.

Qui compare la scritta "Devi combatterli (O Muwahhid)" su una immagine nella quale è ritratto un uomo che nasconde un coltello dietro la schiena sullo sfondo di una città in fiamme. Tuttavia, si tratterebbe secondo gli esperti del fotogramma di un vecchio video di propaganda dell'Isis e la città sullo sfondo è statunitense, sembra New York e non Roma. A essere minacciate in altri video sono anche il Belgio e la Danimarca, oltre alla Spagna, dove solo qualche giorno fa si è consumato l'ennesimo attentato di matrice islamica, nella città di Barcellona, che ha causato 15 morti e oltre 120 feriti. In particolare, nel filmato in questione, si incita a colpire i "cristiani spagnoli" per vendicare "il sangue dei musulmani versato dall'inquisizione spagnola".

L'allerta, dunque, è massima sia nel nostro Paese che nel resto d'Europa. Anche se il premier italiano Gentiloni ha sottolineato di non credere "alla propaganda di alcuni siti islamici", pur
dicendosi "consapevole che nessun Paese, neanche l'Italia, possa sentirsi al riparo dalla minaccia", si moltiplicano gli sforzi delle maggiori città nazionali per evitare attacchi. Ne sono un esempio sia Roma che Milano, dove si sta provvedendo alla messa in sicurezza dei luoghi simbolo dei centri storici e di quelli della movida e dello shopping con personale militare e il posizionamento di barriere anti camion. Anche in Vaticano si corre ai ripari, con la Guardia Svizzera che si è detta pronta ad affrontare qualsiasi minaccia anche terroristica, come ha sottolineato il capo del contingente che difende il Papa nel corso del raduno delle guardie che si è tenuto in Svizzera. "Forse è solo una questione di tempo prima che un attacco del genere si verifichi a Roma. Ma siamo pronti anche a questo", ha assicurato il comandante Christoph Graf.

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