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Terremoto e beni culturali: mentre nel Centro Italia si ricostruisce, ad Ischia i primi bilanci

Un anno esatto dopo il terremoto che ha colpito Amatrice la terra ha tremato ancora, stavolta ad Ischia: e mentre per il Centro Italia è tempo di ricostruire la propria storia, sull’isola il Mibact fa i primi bilanci.
A cura di Federica D'Alfonso
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(@museitaliani)
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Ad un anno esatto dal terremoto che ha colpito il cuore del Centro Italia lo scorso 21 agosto 2016 una nuova scossa ha fatto tremare la terra: questa volta, a farne le spese, è stata l’sola di Ischia. Gravissimi i danni alle abitazioni, pesante anche stavolta il bilancio delle vittime. Ma non solo: nel nostro Paese pieno di storia anche per l’immenso patrimonio culturale è tempo di bilanci.

Ischia, i primi bilanci

Fin dalle prime ore il Ministero dei Beni culturali si è mobilitato per una prima stima dei danni e per la messa in sicurezza, e architetti, archeologi e storici dell’arte sono ora al lavoro per valutare il da farsi. Nonostante i sopralluoghi si muovano ancora con lentezza, data la pericolosità di alcune zone critiche, una notizia è certa: nel terremoto del 21 agosto è andata distrutta la settecentesca Chiesa del Purgatorio, un vero e proprio gioiello architettonico in tufo al cui interno erano conservati altrettanti tesori.

Allarme anche per la Chiesa di Santa Maria della Pietà, al cui interno era conservata "La deposizione del Signore dalla Croce" di Andrea Vaccaro, preziosissima testimonianza del Seicento napoletano, l’unica ad essere sopravvissuta al terribile terremoto che nel 1883 aveva devastato Casamicciola.

Il Ministero sta inoltre effettuando sopralluoghi al Museo Archeologico di Pithecusae, a Lacco Ameno, dove dalle prime stime risultano distrutti numerosi reperti archeologici: miracolosamente, la celeberrima Coppa di Nestore, un antico vaso dipinto risalente all'VIII secolo a. C., sembra essere intatta. La coppa è legata alle vicende narrate da Omero nell'Iliade: i versi incisi su di essa la attribuiscono a Nestore, ricordando che “chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona”.

Mentre nel Centro Italia si ricostruisce

Il recupero dei beni archeologici distrutti nel terremoto dell'agosto 2016 (@museitaliani)
Il recupero dei beni archeologici distrutti nel terremoto dell'agosto 2016 (@museitaliani)

Una triste ironia della sorte ha voluto che il primo anniversario del terremoto che ha colpito le regioni del Centro Italia coincidesse con una nuova, terribile tragedia. Nonostante questo, il Ministero dei Beni culturali non ha smesso di lavorare al recupero e alla messa in sicurezza delle migliaia di opere d’arte, edifici storici e biblioteche che il 24 agosto 2016 sono caduti sotto le scosse.

Il Mibact ha pubblicato il primo report circa i lavori seguiti al terremoto dello scorso anno: 17 mila i beni storico-artistici e archeologici, più di 9 mila i libri e 4 mila i metri di archivi che in un anno sono stati recuperati. Sul sito ufficiale del ministero sono disponibili tutti i dati, dettagliati, degli interventi di messa in sicurezza e restauro, ai quali hanno partecipato, fra gli altri, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma.

(@muse italiani)
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Ma non solo: per non dimenticare l’immenso lavoro necessario a riportare letteralmente in vita il patrimonio culturale ferito, e simbolicamente per dare speranza anche a chi in queste ore combatte contro la distruzione della propria terra, il Mibact ha lanciato una campagna social per ripercorrere, attraverso le immagini, tutto il lavoro svolto fin’ora.

Tramite il profilo Instagram @museitaliani è possibile accedere ad una galleria di immagini che raccontano la distruzione, ma anche la ricostruzione: centrali, nelle centinaia di foto che continuano ad essere pubblicate sul web in queste ore, sono le mani. Simbolo di lavoro instancabile e professionalità, ma anche di amore verso l’immenso patrimonio che rischiava di andare perduto: con l’augurio di vedere al più presto queste stesse mani al lavoro sulle macerie di Ischia.

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