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Svizzera, Canton Ticino vota “sì” al referendum contro i lavoratori stranieri

L’iniziativa referendaria, che si chiama “Prima i Nostri”, è stata promossa dalla dalla destra nazionalista Udc con il sostegno della Lega dei Ticinesi. Nella zona del cantone svizzero al confine con l’Italia lavorano ogni giorno circa 62mila frontalieri. I pendolari provenienti da Lombardia e Piemonte che quotidianamente varcano il confine sono accusati di provocare un fenomeno di ribasso generalizzato dei salari.
A cura di C. T.
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Con il 58% dei consensi, i cittadini del Canton Ticino hanno votato per porre dei limiti ai lavoratori frontalieri e dare la precedenza ai residenti nell’assegnazione dei posti di lavoro. L'iniziativa referendaria, che si chiama "Prima i Nostri", è stata promossa dalla dalla destra nazionalista Udc con il sostegno della Lega dei Ticinesi. I voti contrari sono stati il 39,7%. Il risultato è stato omogeneo in tutti i comuni del Ticino, con una punta del 60,4% a Lugano (centro dove è più massiccia la presenza di stranieri) e il 51% a Bellinzona, città lontana dal confine con l'Italia.

Nella zona del cantone svizzero al confine con l’Italia lavorano ogni giorno circa 62mila frontalieri. Il testo sottoposto agli elettori chiede che sul "mercato del lavoro venga privilegiato, a pari qualifiche professionali, chi vive sul territorio". Per far questo, i promotori del referendum chiedono una modifica della Costituzione svizzera, con l’obbligo per i datori di lavoro di dare la precedenza agli svizzeri o agli stranieri domiciliati in Svizzera. I pendolari provenienti da Lombardia e Piemonte che quotidianamente varcano il confine sono accusati di provocare un fenomeno di ribasso generalizzato dei salari.

L'iniziativa, quindi, si legge sul sito di "Prima i Nostri", dà al Consiglio di Stato "il preciso mandato di mettere in atto tutte le misure concrete per respingere la pressione al ribasso sui salari, evitare la sostituzione sistematica dei lavoratori residenti e assicurare che i ticinesi abbiano la precedenza nel mercato del lavoro". Il voto non avrà effetti pratici immediati, poiché le leggi sul mercato del lavoro sono materia esclusiva del governo centrale di Berna.

Duro Gentiloni: “Libera circolazione o interverrà Ue” –  “Referendum anti-frontalieri non ha per ora effetti pratici. Ma senza libera circolazione delle persone rapporti Svizzera-Ue a rischio”, questa la reazione, affidata a un tweet, del ministro italiano degli Esteri Paolo Gentiloni dopo l'approvazione del referendum in Ticino sui limiti ai lavoratori frontalieri. In seguito, il ministro degli Esteri ha parlato telefonicamente con Didier Burkhalter – il proprio omologo svizzero  – e avrebbe con lui commentato il risultato delle urne: "Il ministro svizzero ha confermato che il referendum di ieri nel Canton Ticino non avrà conseguenze immediate sui lavoratori frontalieri italiani e che la normativa sui lavoratori stranieri è attualmente all'esame del Parlamento nazionale. Da parte sua Gentiloni ha ribadito che ogni discriminazione nei confronti dei nostri frontalieri sarebbe un impedimento all'intesa tra UE e Svizzera. L'Italia è impegnata a favorire tale intesa che deve essere basata sui comuni interessi economici e sul comune riconoscimento del principio della libera circolazione delle persone", si legge nella nota diramata a margine del colloquio.

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha invece promesso vigilanza per garantire che la vittoria del sì “non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nella introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori”.

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